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Lifeline bloccata nel mare twitta per Salvini: "Vieni qui. Ci sono esseri umani"

Nessuna novità nemmeno per il cargo danese bloccato a Pozzallo. Duro attacco di Malta a Toninelli

ROMA. In attesa di una soluzione che non arriva, la Lifeline continua a sfidare il ministro dell’Interno Matteo Salvini sul web. “Caro Matteo Salvini – si legge su Twitter – non abbiamo carne a bordo ma esseri umani. Ti invitiamo cordialmente a convincerti che sono persone che abbiamo salvato dall’annegare. Vieni qui, sei il benvenuto”, la risposta a Salvini che ieri sera aveva ribadito la sua posizione con questo tweet: “Certe navi si devono scordare l’Italia, stop al business dell’immigrazione clandestina! La musica è cambiata, io ce la metto tutta”.
La Lifeline resta a navigare a sud di Malta mentre dal governo de La Valletta, impegnato in un’aspra trattativa fiume con Italia e Spagna, parte una nuova stretta contro le Ong. Intanto il ministro degli Esteri di Malta, Michael Farrugia, attacca il ministro delle Infrastrutture italiano, Danilo Toninelli che aveva parlato di “disumanità” dei maltesi per il rifiuto di far attraccare la nave della ong con oltre 230 migranti a bordo. Farrugia replica su Twitter parlando di “disumanità”.
Nessuna novità neanche per il cargo danese Alexander Maersk, bloccato da venerdi sera davanti al porto di Pozzallo dove era stato indirizzato dalla sala operativa della Guardia costiera di Roma dopo il salvataggio di 113 persone soccorse con l’aiuto della Lifeline. Ma proprio il coinvolgimento della Ong tedesca nelle operazioni potrebbe avere indotto il governo a decidere il blocco che, per la prima volta, coinvolge un mercantile. Dall”Alexander Maersk ieri pomeriggio sono state sbarcate, per un’emergenza sanitaria, due donne e due bambine.
Ma nel Mediterraneo i gommoni continuano a partire. Nelle ultime ore, caratterizzate dall’impasse delle Ong e dal messaggio con il quale la Guardia costiera italiana ha invitato le navi che incrociano in zona Sar libica a chiamare Tripoli, almeno due imbarcazioni con 90 persone a bordo hanno dato l’allarme. Il primo è stato rilanciato da Don Mussie Zerai, il sacerdote eritreo che da anni viene chiamato dai suoi connazionali che intraprendono ilviaggio verso l’Europa. Non è ancora chiaro se ed eventualmente quale centro di ricerca e soccorso sia intervenuto.

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