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"Licenziata e umiliata per aver voluto regalare un monopattino a mio figlio"

Lo sfogo della donna che ha perso il lavoro all’azienda rifiuti: “Non ho rubato niente

"Licenziata e umiliata per aver voluto regalare un monopattino a mio figlio"

L’azienda rifiuti Cidiu

E’ difficile immaginare che un monopattino vecchio e un po’ rotto possa costituire motivo di licenziamento. Di certo non ci ha pensato Lisa che ha altri due figli a cui badare e vive al  quarto piano di una casa popolare alla periferia di Torino. “Ora non ci dormo la notte. Sto davvero malissimo perché sono stata loro dipendente per 11 anni e con questo lavoro mantengo tutta la famiglia”.
La donna si è rivolta agli avvocati Paola Bencich e Mara Artioli che impugneranno il suo licenziamento. La situazione, però, è anche più grave perché l’azienda ha presentato un esposto in procura e l’indagine sul conto di Aicha rischia di essere penale. “Il monopattino mi è stato dato da un’amica, una collega che mi ha detto di portarlo al mio bambino. Io l’ho appoggiato nello spogliatoio prima di caricarlo in macchina”. Erano le 6 di un mattino di fine maggio, e quando Aicha è tornata in sede, a Collegno, a fine turno ha trovato il suo monopattino sotto una bacheca con un biglietto attaccato che diceva: “Non si fa. La prossima volta potresti essere beccato”. Ma Aicha dice di non averlo nemmeno letto, ha caricato il monopattino in macchina e, come pronosticato dall’autore del biglietto, è stata “beccata”. Il suo licenziamento ha scatenato la reazione di Sinistra Italiana che ha presentato  un’interrogazione parlamentare e poi, a cascata, del movimento 5 Stelle in Regione e di Collegno Insieme, in Comune.
“Ci sono delle regole che vanno rispettate. E’ stato un gesto di insubordinazione. La dipendente è stata licenziata dopo che i fatti  sono stati valutati e approfonditi. Ora la vicenda sarà oggetto di valutazione anche dell’autorità giudiziaria”, dice l’amministratore unico dell’azienda, Riccardo Civera.

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