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Lega, Salvini: 'Cercano di levarci di mezzo 'alla turca'' Domenica a Pontida scelte impegnative

“Cercano di toglierci dai giornali, dalle tv, dalle radio, dal Parlament

Cercano di toglierci dai giornali, dalle tv, dalle radio, dal Parlamento. Cercano di farlo ‘alla turca’. Ma non ci riusciranno. In democrazia sono i cittadini con il loro voto che decidono chi vince e chi perde, non un singolo giudice. Sono proprio curioso di vedere adesso cosa dirà il Presidente della Repubblica”: lo ha detto Matteo Salvini su Radio Padania commentando il sequestro cautelativo dei fondi della Lega disposto dal Tribunale di Genova.
“Domenica a Pontida – annuncia – faremo scelte impegnative, che non si ricordano nella storia del Dopoguerra”. “Non si può permettere che in uno Stato di diritto qualcuno venga imbavagliato. Senza uno straccio di foglio in mano bloccano un partito, su decisione di un singolo giudice. Ma neanche in Turchia… Qui siamo alle toghe ultra-rosse. Venite domenica a Pontida, sarà una giornata molto particolare”. “Possono fare ciò che vogliono ma non ci fermeranno – ha proseguito il segretario della Lega Nord rispondendo alla domande degli ascoltatori di Radio Padania -. Senza uno straccio di foglio in mano bloccano un partito. Lo ripeto, ma neanche in Turchia…. Il problema è in Italia e si chiama toghe rosse”. “Per questo dico a tutti di venire domenica a Pontida – ha aggiunto -. Saremo abbastanza chiari. I sondaggi ci danno in vantaggio e guarda caso ci sequestrano la possibilità di avere gazebo, pullman, volantini. Siamo di fronte ai soliti poteri marci che non vogliono che nulla cambi, che hanno paura di noi. Ma noi arriveremo a governare, che si rassegni il giudice, può sequestrarci tutto quello che vuole. Qui è tempo di rimettere le pedine al loro posto e chi sbaglia, come certi giudici, paga”. “Siamo trattati peggio dei mafiosi perché facciamo paura – ha aggiunto -. Ma ne usciremo. Magari un po’ ammaccati ma ne usciremo, più forti di prima. Venite a Pontida”.
“Credo sia stata un’interpretazione sbagliata della legge”. Così Giulio Tremonti commenta la sentenza di blocco dei fondi della Lega ai microfoni di 24Mattino su Radio 24. “Se hai diritto a un finanziamento e lo strumento è il bilancio”, è il ragionamento dell’ex ministro della Finanza, “il diritto resta intero, anche se il bilancio ha una parte sbagliata”. Il blocco ha dunque senso solo “relativamente a quella parte ma non per il tutto. Qui credo realmente che ci sia stato un errore di diritto”. Inoltre, “se anche fosse giusta la sentenza, e francamente non credo, per una sentenza provvisoria, mi sembra di notevole gravità un blocco definitivo, come se fossero in atto distrazioni continue di patrimonio”. Insomma, per Tremonti “bisogna agire sulla quota” del bilancio e non invece “come se fosse affetto tutto il partito, tutto il movimento da quell’abuso. Non sarà incostituzionale la legge, ma è incostituzionale la sua applicazione in questi termini perché l’effetto è un limite alla libertà”.

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