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Le ville dimenticate tra le colline sabaude

Le ville dimenticate tra le colline sabaude



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Un tempo Regno dei Savoia, le terre sabaude ospitano da secoli numerosi edifici storici appartenuti alle famiglie più importanti dell’aristocrazia italiana. Circondati dalle Alpi, fra pianure e colline, maestosi palazzi in balia del tempo si mostrano oggi in tutta la loro fragilità. Interni decorati e ricchi di fascino, hanno fatto da sfondo ad eventi mondani e scandali di corte, arrivando ai giorni nostri senza perdere la bellezza e l’opulenza che da sempre li contraddistingue.

Cammino nell’erba alta. Una natura selvaggia che mostra tutto il suo disappunto nel vedermi percorrere quei sentieri inondati di verde. Mi faccio strada aprendomi dei varchi tra le foglie dure, che sfrigolano sulla terra umida al mio passaggio. In lontananza, occhi grandi e neri mi scrutano curiosi. Le fauci di una creatura famelica, paiono intenzionate ad inghiottirmi. Non un mostro, nemmeno un animale selvatico. La facciata di una villa in rovina, il cui loggiato dai tratti tipicamente barocchi assume l’aspetto di una creatura fantastica.

© Paolo Abate
© Paolo Abate

Altre volte durante le mie esplorazioni in luoghi dimenticati, ho avuto l’impressione di essere osservato. Come il protagonista in un romanzo di Fitzgerald, potevo sentirmi nel contempo spettatore e attore. Edifici feriti e senza tempo, nostalgici di un passato che non può tornare uguale a se stesso, mi osservano immobili e silenziosi. Mentre squarci sulle facciate e serramenti dai vetri finemente decorati ormai in frantumi, lasciano intravedere la bellezza che sono pronti ad offrire. Cicatrici incurabili grazie alle quali interno ed esterno si uniscono in una cosa sola, inseparabili.

© Paolo Abate
© Paolo Abate

Sale da ballo, biblioteche e salottini privati, camere da letto. Non ci sono porte. I telai delle finestre sono l’unica difesa per queste stanze solitarie, spoglie. Linee esili in legno, sagome nere pronte a tagliare la luce che entra invadente in questi spazi, senza mai bussare prima alla porta. Interni quasi sempre senza corridoi, caratterizzati da “enfilade” che percorrono ville e palazzi per tutta la loro lunghezza. Punti di vista fantastici che ricordano delle quinte teatrali, interrotte solamente da tessuti in movimento e macerie sparse.

© Paolo Abate
© Paolo Abate

Tendaggi e drappeggi cedono all’inesorabile scorrere del tempo. Carte da parati frastagliate che si lasciano cadere sui pavimenti in legno ormai sbiaditi. Quel che resta di un solaio arresosi al suo stesso peso. Decorazioni in stucco sbriciolate sui tappeti, resi irriconoscibili dallo strato polveroso e grigiastro. Del mobilio sparso. Poltrone menomate raggruppate tra loro a formare animali domestici ormai feriti. Una continua sensazione di sospensione, come fossero in attesa di qualcosa o qualcuno. In attesa di tornare a splendere.

© Paolo Abate
© Paolo Abate

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