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Las Vegas, strage al festival country: 59 morti e oltre 500 feriti. L'Fbi: "Non è terrorismo". Trump: "Attacco terribile"

Las Vegas, strage al festival country: 59 morti e oltre 500 feriti. L'Fbi: "Non è terrorismo".  Trump: "Attacco terribile"

Il killer identificato come Stephen Paddock, pensionato di 64 anni. Si è suicidato dopo l’attacco, aveva con sé 19 fucili, in auto un composto chimico per esplosivo. I colpi esplosi dal Mandalay Bay Hotel. Il fratello: “Era persona normale, deve aver perso la testa”. L’Isis rivendica, ma gli investigatori negano collegamenti

Più di cinquanta morti, oltre cinquecento feriti. Il bilancio è quello della peggiore strage da armi da fuoco della storia degli Stati Uniti. Las Vegas, la cattedrale del divertimento, la città icona nel mezzo del deserto del Nevada, è stata sconvolta nella notte quando un uomo ha aperto il fuoco contro il pubblico, 40 mila persone, che partecipava a un concerto del Route 91 Harvest Festival, rassegna di musica country. Le raffiche sono partite dalle finestre del 32esimo piano del Mandaly Bay Hotel, l’ottavo albergo più grande del mondo, oltre tremila camere, 24 ascensori, un casinò di oltre 12 mila metri quadrati. A sparare, prima di rivolgere l’arma contro se stesso, è stato Stephen Paddock, un pensionato americano di 64 anni, “un investitore multimilionario che aveva fatto una fortuna nel settore immobiliare”, dice di lui il fratello Eric.
Nella sua camera – era nell’albergo da tre giorni – aveva 19 fucili, due di questi sistemati su treppiedi alla finestra. Aveva anche centinaia di munizioni. Con una specie di martello ha rotto le finestre, poi ha sparato. Il bilancio ufficiale della polizia riferisce di 59 morti e 527 feriti. L’Isis ha rivendicato il gesto ma l’Fbi insiste nel ripere che non esistono collegamenti fra il killer e il terrorismo. Perquisendo l’auto del killer, la polizia ha trovato nitrato d’ammonio, composto chimico utilizzato per produrre esplosivo. In casa dell’attentatore, invece, sono state trovate altre 18 armi da fuoco, migliaia di munizioni ed esplosivi.

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• LA RICOSTRUZIONE
L’assalitore ha iniziato a colpire la folla dopo aver ucciso una guardia di sicurezza. “Abbiamo sentito decine di colpi di armi automatiche”, ha raccontato un testimone. Nei video pubblicati online si sentono raffiche di mitra. Tutt’intorno scene di panico, con centinaia di persone che hanno cercato riparo negli alberghi vicini. Testimoni hanno parlato di lunghe raffiche di spari, che hanno continuato anche dopo che la band dell’artista aveva cessato di suonare. Nei video circolati sulle reti sociali si vede la gente terrorizzata che fugge a piedi.

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• PADDOCK, IL “TRANQUILLO PENSIONATO CHE AMAVA IL CASINÓ” 
Paddock, nato il 9 aprile del 1953, era un tranquillo e benestante pensionato. Dal 2013 era proprietario di una casa in un complesso residenziale per over 55 a Mesquite, alle porte di Las Vegas. In passato aveva vissuto in Texas e California. Il padre aveva avuto una vita burrascosa: era un rapinatore di banche: Benjamin Hoskins Paddock è stato per anni nella lista dei più ricercati dall’Fbi dopo essere fuggito da un carcere federale del Texas dove stava scontando una condanna a vent’anni. La diagnosi, uno “psicopatico” con “tendenze suicide”. Ma il figlio Stephen aveva vissuto una vita tranquilla. Frequenti le visite a Las Vegas dove trascorreva giorni nei casinò degli alberghi.

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E per assistere a concerti. Amava volare, aveva un brevetto da pilota e possedeva due aerei. Aveva anche richiesto un licenza di caccia in Alaska. Possedeva delle armi, registrate. Ma, afferma il il fratello Eric, “non era assolutamente un fissato. Dove diavolo ha preso quei fucili automatici?”. Eric ha raccontato che il fratello non aveva alcuna affiliazione politica o religiosa e “non c’era alcuna indicazione che potesse fare una cosa del genere. Era uno normale. Qualcosa deve essere successo, deve aver perso la testa, siamo scioccati”. Paddock aveva una compagna, Mary Lou Danley, 62 anni, cittadina australiana di origini asiatiche. Rintracciata dalla polizia, al momento della strage era fuori dal Paese. Il killer aveva usato un documento della donna per registrarsi.

Las Vegas, le raffiche infinite di colpi sul pubblico in fuga dal concerto country

• LA POLEMICA SULLE ARMI
Si riapre la discussione sulla libera vendita di fucili e pistole (i titoli di produttori di armamenti hanno registrato un rialzo a Wall Street). Hillary Clinton è tornata a fare pressing contro la lobby americana delle armi, il fondatore di Facebook, Zuckerberg, ha chiesto maggiori controlli. Ma la Casa Bianca non dà seguito alle polemiche. “C’è un tempo e un luogo per il dibattito politico, ma non è ora”, taglia corto la portavoce Sarah Sanders. E poi aggiunge: “Il presidente è un convinto sostenitore del secondo emendamento (che garantisce ai cittadini di possedere armi, ndr) e adesso non ha altro da aggiungere”.

Las Vegas, sparatoria al festival di musica country: spettatori terrorizzati a terra

• LA RIVENDICAZIONE DELL’ISIS: “PADDOCK CONVERTITO”, MA ANCHE TRUMP NON PARLA DI TERRORISMO
Con un comunicato diffuso attraverso i propri canali, l’Isis ha rivendicato la responsabilità della strage. Secondo quanto riporta l’agenzia di propaganda Amaq, “l’esecutore è un soldato dello Stato islamico” che ha agito “rispondendo alla richiesta di colpire i Paesi della coalizione”. In un secondo comunicato l’Isis sostiene che l’assalitore si era “convertito all’Islam diversi mesi fa” e aveva cambiato nome in Samir Al-Hajib o – si legge in un comunicato dell’Isis – in “Abu Abd al-Bar al-Ameriki.” Ma l’Fbi smentisce: nessun legame con il terrorismo. Anche Trump, nel discorso alla nazione, non ha fatto riferimento a legami terroristici ma si è soffermato soprattutto sulle vittime rivolgendosi ai familiari. “È stato un attacco terribile, un atto di pura malvagità”, ha detto prima di ringraziare la polizia locale – che sarà affiancata dall’Fbi – per la tempestività dell’intervento “di una rapidità miracolosa servito a salvare altre vite umane”.

Las Vegas, sparatoria al festival di musica country: la fuga degli spettatori dall’alto

• LE REAZIONI INTERNAZIONALI
Una “sparatoria terribile. Le mie più vive condoglianze alle famiglie delle vittime”, ha twittato il presidente americano Donald Trump.

My warmest condolences and sympathies to the victims and families of the terrible Las Vegas shooting. God bless you!

“Profondamente rattristato” per “questa tragedia insensata” si è detto Papa Francesco, che ha espresso il proprio cordoglio in un telegramma inviato a nome del Pontefice dal Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, a monsignor Joseph Anthony Pepe, vescovo di Las Vegas. “Michelle e io preghiamo per le vittime di Las Vegas. I nostri pensieri sono con le loro famiglie e con chiunque stia affrontando un’altra insensata tragedia”, ha scritto su Twitter l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Mentre il governatore del Nevada, Brian Sandoval, ha definito la sparatoria “un atto di violenza tragico e atroce”, un “atto di codardia”. La premier britannica Theresa May ha espresso vicinanza e solidarietà alle vittime dell’aggressione.

Las Vegas, la finestra sfondata al 32esimo piano dell’hotel da cui ha sparato il killer

• I PRECEDENTI
Il bilancio della strage di oggi è superiore rispetto a quelli delle altri stragi compiute negli Stati Uniti. I precedenti, in ordine di gravità:
– Il 2 giugno 2016 un americano di origini afgane, Omar Mateen, uccide 49 persone e ne ferisce una cinquantina in un locale gay di Orlando (Florida), perpetrando il peggior attentato negli Usa dopo quello dell’11 settembre. Dopo tre ore di trattative, le forze dell’ordine uccidono l’assalitore. L’Isis, al quale aveva giurato fedeltà, rivendica l’attacco.
– Il 16 aprile 2007 uno studente di 23 anni di origine coreana uccide 32 persone prima di togliersi la vita nel campus dell’Università di Virginia Tech a Blacksburg (Virginia).
– Il 14 dicembre 2012 un giovane uccide 26 persone, fra cui 20 bambini delle elementari nella scuola di Sandy Hook a Newtown (Connecticut), prima di suicidarsi.

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