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L'Antartide è più stretto e l'oceano è più profondo. Tutti i dati sul Polo Sud che si squaglia

L'Antartide è più stretto e l'oceano è più profondo. Tutti i dati sul Polo Sud che si squaglia
Crepacci alla base del ghiacciaio Pine Island. Credit: Ian Joughin, University of Washington 

Dal 1992 al 2017 si sono sciolte 3 trilioni di tonnellate di ghiaccio e il livello dei mari è aumentato di 8 millimetri. I dati, pubblicati su Nature, sono stati calcolati grazie alle osservazioni di 24 satelliti. Se il continente bianco si fondesse completamente, gli oceani crescerebbero di 58 metri

Come un ghiacciolo sotto al sole, la calotta dell’Antartide perde pezzi sempre più rapidamente. Tra il 1992 e il 2017 al Polo Sud si sono sciolte 3 trilioni di tonnellate di ghiaccio, causando l’innalzamento dei mari di tutto il pianeta di 7,6 millimetri. Uno dei tre trilioni si è sciolto negli ultimi cinque anni, a dimostrazione che la spirale del clima sconvolto sta accelerando. Mentre nel 1992 il ghiaccio perso in un anno ammontava a 76 miliardi di tonnellate. Nel 2012 erano diventate 219: quasi il triplo.

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Un tramonto alla fine dell’estate illumina le montagne e gli iceberg attorno all’isola Adelaide, nella Penisola Antartica. Credit: Hamish Pritchard, BAS

Tutti i dati sul Polo che si restringe sono pubblicati oggi su Nature in uno speciale che comprende cinque diversi studi, con misurazioni effettuate da 24 satelliti, cui hanno partecipato 88 scienziati di 44 organizzazioni di tutto il mondo, Italia inclusa. “Questa accelerazione è stata una sorpresa” ha ammesso il coordinatore del gruppo, Andrew Shepherd dell’università di Leeds. Il 98% dei ghiacci antartici sono permanenti (qui si trova il 90% di tutti i ghiacci permanenti del mondo) e rappresentano la più grande riserva di acqua dolce della Terra. Se il polo sud, si sciogliesse completamente, il livello dei mari subirebbe un innalzamento da cataclisma: ben 58 metri.

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Due esploratori della British Antarctic Survey su Alexander Island, nella Penisola Antartica. Credit: Hamish Pritchard, BAS

I numeri della crisi antartica pubblicati oggi sono i più completi e aggiornati che abbiamo a disposizione. Lo studio rivela che in poco più di un anno e mezzo dall’Antartide si riversa in mare un cubo di ghiaccio di 7 chilometri di lato, con 360 miliardi di tonnellate di acqua. Quanto basta a regalare agli oceani un millimetro di altezza in più. “La situazione si aggrava di anno in anno” sottolinea Isabella Velicogna, una delle autrici dello studio. Una laurea e un dottorato a Trieste, oggi la scienziata lavora per l’università della California a Irvine e per l’istituto di scienze terrestri della Nasa.

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Un iceberg dalla forma bizzarra alla Rothera Research Station, sulla Penisola Antartica. Credit: Andrew Shepherd, University of Leeds

La situazione più grave è nella parte occidentale del continente bianco e nella Penisola Antartica. Qui l’acqua tiepida degli oceani erode la banchisa, soprattutto dal basso. Il ghiaccio marino, che è galleggiante, di per sé non contribuisce direttamente all’innalzamento dei mari. Ma fa venir meno la funzione di tappo, di contenimento, nei confronti del ghiaccio che si trova sulla terraferma e che preme per scivolare verso il mare. Resta invece stabile (fino al 2012 era addirittura in leggero aumento) il bilancio della massa bianca nella parte orientale del Polo. “L’avvenire dell’Antartide è legato a quello del resto del pianeta e della società umana” conferma un altro autore della ricerca, l’oceanografo australiano Steve Rintoul.

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Il contributo del Polo Sud all’innalzamento dei mari

L’innalzamento del mare, allo stato attuale, raggiunge i 20 centimetri. Il valore si è accumulato nel corso dell’ultimo secolo e ha diversi responsabili, oltre all’Antartide: lo scioglimenti dei ghiacciai montani, di quelli della Groenlandia e l’espansione degli oceani causata dal loro riscaldamento. Secondo un rapporto pubblicato nel 2014 dalle Nazioni Unite, alla fine del secolo si potrebbe arrivare a un aumento compreso fra i 30 centimetri e il metro. Secondo Shepherd, almeno 15 centimetri potrebbero arrivare dal Polo Sud. Questo rigonfiamento basterebbe per far finire sott’acqua alcune isole del Pacifico e l’Olanda e per minacciare metropoli come New York e Shanghai. Lo studio di Nature è affiancato da un commento di Chris Rapley, climatologo all’University College London: “Un gigante di ghiaccio addormentato sta dando segni di risveglio. Lo studio di oggi dimostra che si sta già stirando le gambe”.

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Nuvole estive su Alezander Island. Credit: Hamish Pritchard, BAS

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