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Lanciano, terrore durante una rapina in villa: coniugi legati e picchiati, tagliato l’orecchio alla donna

In quattro aggrediscono Carlo Martelli, medico fondatore dell’Anffas locale, e la consorte. Illeso figlio disabile. Il fratello del chirurgo: “Arancia Meccanica fa ridere rispetto a quello che hanno fatto”


LANCIANO (CHIETI) – Una bella villa in campagna circondata da un prato e da un piccolo bosco alla periferia di Lanciano, una pista ciclabile percorsa da bici, ma anche da gente che fa jogging. Un filo bianco e rosso tiene lontani i curiosi dalla casa di Carlo Martelli, il 69enne chirurgo fondatore dell’associazione per disabili Anfass sorpreso la notte scorsa da quattro banditi mentre dormiva insieme alla moglie Niva Bazzan e al figlio disabile che hanno messo a segno un colpo da Arancia Meccanica.

Pur di convincere i due coniugi a indicare loro la cassaforte, che in casa non c’era, sono arrivati a tagliare alla donna il lobo di un orecchio con un coltello. Il medico invece è stato massacrato di pugni al volto, mentre il figlio disabile per fortuna non è stato toccato. La sua stanza è stata però messa a soqquadro dalla banda di malviventi che, alla fine, si sono dovuti accontentare di prelevare quanto possibile con il bancomat e le carte di credito dei coniugi Martelli.

Lanciano, terrore durante una rapina in villa: coniugi legati e picchiati, tagliato l'orecchio alla donna

I coniugi Carlo Martelli e Niva Bazzan

“Faremo di tutto per arrestare i colpevoli e farli marcire in galera, non si può vivere con paura anche in casa propria”, assicura il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il fratello di Carlo Martelli, Alfredo, che abita nella villa accanto, si sfoga: “Quel film, Arancia meccanica, forse fa ridere in confronto a quello che hanno fatto. Qui non ci sentiamo affatto sicuri, non c’è alcun controllo del territorio, chiunque passa, guarda e mette a segno furti e rapine anche se una cosa del genere qui non si era mai vista. Ci devono essere pene più severe e soprattutto certe e bisogna potersi difendere a casa propria. Fino a quando non ti toccano uno pensa che sia esagerato tenere un’arma in casa ma quando ti sequestrano, ti picchiano e arrivano a minacciare e a mutilare i tuoi familiari capisci che devi poterti difendere”.

Carlo Martelli e Niva Bazzan sono ricoverati all’ospedale di Lanciano. Non sarà possibile riattaccare il lobo alla donna, mentre il medico è in osservazione per un violento trauma facciale.

Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. La polizia scientifica sta facendo tutti i rilievi nella villa e sull’auto della sigora Bazzan, con la quale tre dei banditi si sono allontanati per andare a prelevare con il bancomat e le carte di credito, mentre un altro teneva in ostaggio i due coniugi legati in camera da letto. I banditi si sono introdotti in casa verso le quattro del mattino da una recinzione, poi attraverso una grata sono entrati in cantina e da lì sono saliti al piano superiore sorprendendo i coniugi mentre dormivano.

Dopo due ore di violenza culminati con il taglio del lobo, i malviventi si sono convinti che in casa non c’era alcuna cassaforte e si sono accontentati di quello che potevano prelevare con le carte di credito. Quindi sono fuggiti a bordo della macchina di Carlo Martelli che non è stata ancora ritrovata.

Gli investigatori della squadra mobile di Chieti e del commissariato di Lanciano stanno prendendo anche le immagini delle telecamere della zona che alcuni vicini avevano installato nei mesi scorsi dopo alcuni furti.

“Quanto accaduto la scorsa notte è una barbarie che non ha precedenti nel nostro territorio”, dice il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo. “La brutale violenza con la quale sono stati colpiti due nostri concittadini, nella propria casa, è indegna di un Paese civile e merita la risposta più celere possibile da parte delle forze dell’ordine e degli organi di giustizia. Ho visitato in ospedale questa mattina Carlo Martelli e la moglie Niva, coppia di coniugi cui sono legato da sentimenti di amicizia e profonda stima, per esprimere loro la solidarietà e la vicinanza di tutta la comunità Lancianese, che conosce bene il valore del contributo sociale e professionale che la loro famiglia ha dato e dà alla nostra città. Esprimo ferma condanna per l’incredibile e inaudita efferatezza di cui sono state vittime Carlo e Niva e al contempo totale fiducia negli organi dello Stato preposti a rintracciare e ad assicurare alla giustizia, in tempi rapidi, i responsabili di questa barbarie”.

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