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L’Amazone Érogène di Prune Nourry, 889 frecce per la vita

Un bersaglio sospeso a 16 metri di altezza nello spazio aperto dei magazzini Le Bon Marché Rive Gauche di Parigi. Un arco lo colpisce con centinaia di frecce (per la precisione 889). Tutte puntano su quel bersaglio di colore rosa e bianco che si affaccia sulle scale mobili. È questa, in sintesi, la suggestiva installazione che Prune Nourry (1985), artista parigina con base a New York, ha concepito per Le Bon Marché, brand molto attivo nel mondo dell’arte contemporanea. L’Amazone Érogène, questo è il titolo dell’opera, visibile fino al 21 febbraio, è una metafora trasparente che cita direttamente il mito delle Amazzoni, popolo di guerriere abili e coraggiose. «Nella morte c’è la vita! La malattia è nel bersaglio attaccato da centinaia di frecce, ma possiamo anche vederci la corsa degli spermatozoi verso l’ovulo» spiega l’artista. «Quando mi sono ammalata di cancro al seno e il mio chirurgo mi propose diverse opzioni chirurgiche, quella che nel mio caso sembrava la più appropriata portava ad amputare una mia zona erogena».

L’Amazone érogène, Project for the central glass ceiling, 2020 © L. Léeonard, G. Drossart, Prune Nourry Studio

L’Amazone Érogène è un’opera sensibile e profonda che si apre a mille interpretazioni, un omaggio sincero alla donna che si poggia anche su una felice scelta cromatica e compositiva: «avevo già usato molto il bianco nei miei lavori precedenti… un intero progetto che ho realizzato in India, Holy Daughters, era concepito intorno al bianco, colore del latte e simbolo di fertilità» continua Nourry. «È anche un colore chirurgico, pulito come una sala operatoria, che ho già usato anche per i miei progetti sulla riproduzione assistita. Per questo progetto a Le Bon Marché, ho scelto di usare delle piume bianche, come quelle che usano gli arcieri. Sono come un raggio di luce verso il bersaglio». L’Amazone Érogène continua la serie Catharsis, in cui era la figura dell’Amazzone era già presente, e segue il film documentario Serendipity, girato dall’artista nel 2019 e proiettato sugli schermi cinematografici francesi e statunitensi.

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