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La crisi che nessuno vuole: sui social 91% di reazioni negative

AGI – La crisi di Governo si sviluppa e prende forma tra le aule parlamentari, il Quirinale e i social media, un ecosistema comunicativo dove si collegano pezzi di conversazioni, tweet, commenti, ricavando il quadro d’insieme nella sua complessità. Si fa la conta dei numeri, mandato esplorativo al Presidente della Camera, Roberto Fico, per verificare l’esistenza di una maggioranza politica tra Pd, M5s, Leu e Italia viva.

Appena terminato l’incontro con il Presidente della Repubblica, il video delle dichiarazioni ufficiali di Roberto Fico è stato pubblicato nella sua pagina Facebook. La politica trasferitasi sui social media conferma una tendenza consolidata: si è passati dai messaggi unidirezionali “one-to-many” ad un’impostazione bidirezionale, dove l’interazione è la parola chiave. Assistiamo a una di crisi di Governo alimentata da tutti, in tempo reale, con enormi volumi di conversazioni in rete fluttuanti e agganciate ai post dei politici protagonisti.

Gli analisti di Kpi6*, la piattaforma per la comprensione dei trend, mercati e consumatori hanno rilevato in appena sette giorni su Twitter, 193mila conversazioni, 125mila commenti, oltre 365mila condivisioni con 13mila hashtag utilizzati, e un tasso di interazioni altissimo, 0,50% sopra la media Twitter. Tutti valori in costante crescita.

Numeri altissimi, la politica in rete corre velocissima, e i social non sono solo gli spazi dove vengono raccontati i fatti, ma anche dove i fatti accadono. La realtà è ormai composta da due matrici, offline e online.

Parlando di Matteo Renzi, di crisi ne scoppia un’altra, quella tra Alessandro Di Battista e il Movimento 5 Stelle. Di Battista definisce il leader di Italia Viva un “accoltellatore” con post su Facebook pubblicato appena terminato l’incontro del Presidente della Camera, al Quirinale

“Prendo atto che oggi la linea è cambiata. Io non ho cambiato opinione. Tornare a sedersi con Renzi significa commettere un grande errore politico e direi storico. Significa rimettersi nelle mani di un “accoltellatore” professionista”, scrive Di Battista.

Una crisi di Governo all’interno della quale se ne aprono altre, politiche e personali, con Matteo Renzi ancora al centro del dibattito. Oltre alla critiche e alle domande sulle ragioni di una crisi che molti sui social definiscono “al buio”, sullo scenario della politica italiana in queste ore irrompe il caso Arabia Saudita: Renzi vola a Riad per partecipare a una conferenza sull’innovazione organizzata dal Future Investment Initiative, e “Arabia Saudita” diventa trending topics; la scelta dell’ex premier è criticatissima.

In particolare Carlo Calenda di Azione riprende il punto con diversi tweet, domandando: Con che credibilità Renzi potrebbe in futuro ricoprire il ruolo di Ministro degli Esteri o sedere nel Copasir o influenzare la politica estera dopo aver preso soldi personalmente dall’Arabia Saudita?”

E tuttavia con la stessa nettezza voglio dire che ritengo inaccettabile che un senatore della repubblica pagato dai cittadini vada in giro per il mondo a fare il testimonial di regimi autocratici dietro pagamento di lauti compensi.

— Carlo Calenda (@CarloCalenda) January 29, 2021

La decisione del Presidente è una scelta saggia che @ItaliaViva onorerà lavorando sui contenuti: vaccini, scuola, lavoro, Recovery sono priorità su cui si gioca il futuro. Diciamo no alla caccia al parlamentare, diciamo sì a idee e contenuti. No al populismo, sì alla politica.

— Matteo Renzi (@matteorenzi) January 29, 2021

Il leader di Italia Viva si dice disposto a discutere con i giornalisti dei suoi impegni internazionali, ma dopo la conclusione della crisi di Governo; a tal proposito lancia un tweet confermando disponibilità al dialogo, fissandolo come primo contenuto visibile sulla sua pagina: “Diciamo no alla caccia al parlamentare, diciamo sì a idee e contenuti”.

Ma nella dialettica e nelle schermaglie a distanza, è proprio l’Arabia Saudita a tenere banco: Luigi Di Maio annuncia la revoca delle autorizzazioni per l’esportazione di armi, e alcuni importanti esponenti del Partito Democratico, come Enrico Rossi e Piero Fassino, danno visibilità alla notizia, amplificandone l’impatto mediatico.

Vi annuncio che il Governo ha revocato le autorizzazioni per l’esportazione di missili e bombe verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.


➡️ https://t.co/IO7g6drzNx

— Luigi Di Maio (@luigidimaio) January 29, 2021

Tra le parole chiave più utilizzate su Twitter troviamo #elezioni, ma l’analisi semantica dei contenuti, l’interpretazione delle emozioni associate nei tweet pubblicati dall’audience, dimostra che la voglia di tornare al voto non sembra essere molto forte nel paese. Almeno per ora.

Disappunto (67%), rabbia (22%) unitamente alla paura (1%) sono le emozioni prevalenti; l’incertezza e il timore di non riuscire a gestire efficacemente i tanti fronti sui quali il Governo è impegnato, tra il piano vaccinale e la crisi economica, sono molto forti.

Il sentiment complessivo sulla crisi di Governo, ossia l’analisi delle reazioni ed emozioni degli utenti, è negativa al 91%, una polarizzazione degli umori e delle opinioni che conferma la difficoltà degli utenti dei social a comprendere questa fase così delicata; tra le frasi più utilizzate troviamo “servirebbe più rispetto per le istituzioni”, oltre a “Conte votato da nessuno”. Proprio il Premier Conte in questi ultimi giorni ha smesso di comunicare su Facebook e Twitter, preferendo aspettare gli esiti delle consultazioni.

Si distinguono anche i protagonisti più menzionati, quelli con i quali gli utenti cercano con più frequenza di ingaggiare conversazioni, ponendo domande, condividendo dubbi e osservazioni spesso polemiche: sul web e sui siti di informazione quando si parla di Quirinale, in questa fase l’istituzione dove convergono le diverse sensibilità politiche, arbitro della crisi di Governo, spicca il nome del Presidente del Consiglio “Conte”.

Una centralità attribuita al Presidente del Consiglio, meno rilevante nelle conversazioni sulle principali piattaforme social media, nelle quali invece prevale la parola “consultazioni”.

Nel fronte delle forze di opposizioni, sempre attivissime con il 70% dei contenuti pubblicati in questa ultima settimana – soprattutto Lega e Fratelli d’Italia utilizzano strategicamente e funzionalmente queste leve di comunicazione digitale funzionali al loro elettorato e target audience – osserviamo posizioni differenti.

Salvini insiste sulle “poltrone” che il Governo non vorrebbe lasciare mentre la crisi economica soffoca il paese, Giorgia Meloni chiede elezioni a nome della delegazione unita del centro-destra, mentre Forza Italia con Antonio Tajani confida nella “saggezza del Presidente della Repubblica”    

#CONSULTAZIONI: Il Centrodestra ha espresso al Presidente della Repubblica preoccupazione per la situazione in cui versa l’Italia, aggravata da un Governo incapace nato da giochi di Palazzo, confermando richiesta scioglimento Camere e ricorso a elezioni https://t.co/kpTgIQ8h0y pic.twitter.com/yEpYNOPkjd

— Giorgia Meloni ن (@GiorgiaMeloni) January 29, 2021

(*a cura di Gaetano Masi, Marco Mazza e Giuseppe Lo Forte) 

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