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La Borsa gira in rosso, lo spread tra Btp e Bund oltre 310 punti. Il Fmi taglia la crescita

Il vicepremier Salvini: “Lo spread non preoccupa. Responsabili sì, ma niente marce indietro”. Quarta seduta di fila in rosso per Tokyo: -1,3%


MILANO – Ore 11:45. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi torna a surriscaldarsi e mette la testa oltre 310 punti base, dando continuità alla fiammata della vigilia a seguito della presentazione della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza e della lettera inviata dalla Commissione Ue al Tesoro, nella quale si anticipa la contrarietà europea alle scelte italiane sulla finanza pubblica. I decennali italiani rendono il 3,66% – ai massimi dall’inizio del 2014 – mentre il ministro Tria spiega l’impostazione della Manovra al Parlamento e il vicepremier Matteo Salvini afferma: “Preoccupati mai! Responsabili sì, ma indietro non si torna. Non esistono piani B o marce indietro, siamo convinti che le misure che abbiamo previsto creeranno lavoro e ricchezza”. Sensibile anche l’allargamento del differenziale sulla scadenza più a breve, i due anni, sulla quale la distanza rispetto alla Germania cresce di una decina di punti base verso quota 220.

Le Borse europee perdono smalto e diventano contrastate. Piazza Affari, che ieri ha bruciato 15 miliardi di capitalizzazione sotto il peso del comparto bancario, dopo un’apertura da prima della classe gira in rosso dello 0,15%: ancora vendite sui titoli della finanza. Deboli le altre piazze: Londra resta agganciata alla parità, Parigi lima lo 0,08% e Francoforte cede lo 0,2%.

Il Fondo monetario ha levato il suo alert sulla crescita economica mondiale, rallentata dalle tensioni commerciali, e puntato il faro sulla situazione italiana, chiedendo di preservare le riforme su pensioni e lavoro. Il primo taglio alle stime dal 2016 mette sotto pressione gli investitori, che si trovano in uno scenario di incertezza sul fronte dei dazi e con i rendimenti dei titoli di Stato americani in netta risalita ai massimi da sette anni. Il fatto che i Treasury inizino a diventare attraenti dal punto di vista del rendimento, invoglia a lasciare le altre tipologia di investimento (a cominciare dai mercati emergenti) che erano stati premiati negli anni passati.

Questa mattina la Borsa di Tokyo ha concluso la prima seduta della settimana in netto ribasso (quarto calo di fila), dopo la pausa festiva di ieri, in scia al rafforzamento dello yen mentre continua l’instabilità sul commercio internazionale, accentuata dalle nuove tensioni tra Cina e Stati Uniti. Il Nikkei ha segnato una variazione negativa dell’1,32% a quota 23.469,39, con una perdita di 314 punti. Sul mercato valutario lo yen tratta sul dollaro a 113, e sull’euro a un valore di 129,80. A contrattazioni ancora in corso è in rosso Shenzhen (-0,4%) mentre sono piatte Shanghai (-0,07), Hong Kong (+0,04%) e Mumbai (+0,04%).

Tra le materie prime, piccolo rimbalzo del prezzo dell’oro. Il metallo con consegna immediata sale dello 0,3% a 1191 dollari l’oncia dopo aver ceduto ieri, lunedì, oltre l’1,3%. Prezzo del petrolio in rialzo sui mercati a causa dei dati, in ribasso, sulla produzione dell’Iran contro il quale dal prossimo 4 novembre scatteranno le sanzioni Usa. Il greggio Wti del Texas sale dello 0,4% a 71,61 dollari al barile mentre il Brent del Mare del Nord avanza dello 0,5% a 84,31 dollari.

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