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Kirghizistan, nel cuore pulsante dell'Asia Centrale FOTOREPORTAGE

In viaggio da Bishkek a Song Köl, fino a Karakol, ai piedi delle maestose montagne del Tien Shan. GUARDA anche il video: Lost in Kyrgyzstan

Le steppe arse dal gelo di inverni lunghissimi e le vette sinuose del Kirghizistan, le stesse che tra mille difficoltà i commercianti del passato percorrevano, in un viaggio rocambolesco di carovane dalla Cina a Roma, mi accolgono con colori brillanti. A settembre, quando visito per la prima volta questo giovane Stato dell’Asia Centrale, l’aria è tersa e le nuvole sottili e lontane all’orizzonte si stagliano come ciuffi di zucchero filato tra i monti.
Se la capitale Bishkek fatica a tenere il passo dietro alle più ambiziose metropoli degli “Stan” post era sovietica (come Astana, in Kazakistan), e le città del Kirghizistan hanno ancora oggi più l’aspetto di villaggi, che di centri urbani sviluppati, con un’architettura rozza tipica dell’era sovietica e centri commerciali che ostentano lussi di una accennata modernità: la bellezza delle vette imbiancate da ghiacciai, dei laghi alpini che come specchi riflettono il cielo stellato dell’Asia, delle praterie e delle colline fiorite e della steppa sconfinata di questo Paese è ancora intatta, spettacolare e magnifica in tutta la sua grandiosità.
Percorro il Kirghizistan in un viaggio emozionante fino al ventre del Paese. La visita alla Capitale è il pretesto per iniziare un road trip che farà tappa a Burana Tower e Orto Tokoy, per arrivare a Karakol, passando per il Song Köl Lake, un vasto lago incastonato tra montagne spigolose a un’altezza che supera i 3,000 metri, e attorno al quale famiglie di nomadi kirghisi si accampano con le loro yurte durante il periodo estivo, che qui va da metà maggio a metà settembre.
Visi seri. Poche smancerie, giornate concrete. La montagna, il freddo dell’inverno che già avanza, la conta della bestie. L’esistenza che segue i tempi della natura e disegna sul volto di queste genti bellissime rughe salate. Sono questi gli attimi più belli di un viaggio. Paesaggi nomadi, occhi dolci e sguardi fieri che per poco hai incontrato e che avrai per sempre cuciti addosso, come il più prezioso ricordo.
Nella foto Le orlature dei monti del Kyrgyzistan, disegnati con matita dal tratto dolce, sulla strada dal lago di Song Kol a Karakol.
Sara Izzi, l’autrice di questo fotoreportage e del video linkato, italiana attualmente residente in Scozia, è fotografa e blogger di viaggio. Il suo sito: The Lost Avocado

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