I dati della Commissione Ue sul 2016: nessuno perde così tanto. L’Italia è terza per differenza tra gettito previsto e raccolto effettivamente: solo Grecia e Romania fanno peggio. Nel complesso, dal 2012 al 2016 l’Italia è riuscita a ridurre l’evasione del 3%. LA MAPPA di repubblica
MILANO – I tecnici del Tesoro hanno valutato l’ipotesi, i vicepremier Salvini e Di Maio l’hanno stoppata: “L’Iva non deve salire”, hanno tuonato. Le clausole di salvaguardia che ipotecano oltre 12 miliardi della prossima Manovra non devono scattare, nemmeno selettivamente.
Mentre l’imposta occupa il centro della scena politica italiana, come possibile serbatoio di risorse per finanziare le promesse elettorali, la Commissione europea – che da tempo ci chiede con altri organismi internazionali di tassare di più i consumi e di meno il lavoro – certifica che anche nel 2016 l’Italia è stata la prima per l’evasione di Iva, in valore nominale. Alle casse dello Stato sono venuti a mancare 35,9 miliardi.
L’Italia è invece terza per il maggior divario tra gettito previsto e riscosso con il 25,9%, dietro solo a Romania (35,88%) e Grecia (29,2%). Rispetto al 2015 c’è stato un lieve miglioramento in termini, in quanto l’evasione si è ridotta dello 0,23% scendendo dal 26,13%, anche se in termini nominali (35,7 miliardi) c’è stato un piccolo aumento.
Nel complesso, dal 2012 al 2016 l’Italia è riuscita a ridurre l’evasione del 3%, con un divario tra atteso e incassato effettivamente calato dal 29% a poco meno del 26%.
Nel suo insieme, l’Ue ha registrato perdite di introiti sull’Iva per 147,1 miliardi di euro, in calo di 10,5 miliardi rispetto all’anno precedente con una riduzione del gap dello 0,9%, scendendo al 12,3% dal 13,2%. I Paesi Ue in cui l’evasione dell’Iva è la più bassa sono Lussemburgo (0,85%), Svezia (1,08%) e Croazia (1,15%).
Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici, ha registrato i miglioramenti nella riscossione e la minor differenza tra atteso e incassato. “Ma una perdita di 150 miliardi di euro l’anno per i bilanci nazionali rimane inaccettabile, soprattutto quando 50 di questi miliardi finiscono nelle tasche di criminali, autori di frodi e probabilmente anche terroristi”, ha commentato.