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Italia a 5 Stelle, Grillo: “Il Capo dello Stato ha troppi poteri”. Di Maio. “Resteremo nella Ue”. Conte: “Avanti fino al 2023”

Il vicepremier dal salotto di “In mezz’ora” cerca di rassicurare i mercati. E annuncia un manifesto e il lavoro per la creazione di un nuovo gruppo al Parlamento Europe. Ma non risponde alla domanda su a chi appartenga la famosa “manina”. Al Circo Massimo l’intervento del premier Conte e di Beppe Grillo: “Cambieremo il mondo”


ROMA – Sono tre i messaggi che chiudono la due giorni di Italia a 5 Stelle. Uno rassicurante, affidato a Luigi Di Maio: “Non usciremo mai dall’Europa”. Il secondo, baldanzoso, scandito dal premier Giuseppe Conte: “Le opposizioni si mettano l’animo in pace, arriveremo al 2023”. Infine il terzo, minaccioso, rivolto al Quirinale e lanciato da Beppe Grillo: “Dobbiamo togliere poteri al Capo dello Stato: serve una riforma”. Così il capo politico, il premier e il fondatore del Movimento 5 Stelle chiudono la quinta festa nazionale dei grillini dal Circo Massimo di Roma. E sulle parole di Grillo, sono numerose le reazioni delle opposizioni: Maurizio Martina, Pd: “Giù le mani da Mattarella”.

Italia 5 Stelle, l’attacco di Beppe Grillo: “Il capo dello stato ha troppi poteri”

Di Maio: “Orgoglioso di Conte”

Dal palco agli studi televisivi. Luigi Di Maio lancia messaggi rassicuranti all’Europa e ai mercati: “Vogliamo restare nell’Unione Europea e nell’euro. E io ne sarò sempre il garante”. E poi lancia attestati di stima al premier Conte: “Sono orgoglioso di lui: l’esempio di un cittadino che si fa Stato”.Poi ripete: “non c’è nessuna intenzione di uscire dall’Europa e non c’è un piano B. C’è solo un piano A. E finchè sarò in questo governo sarà sempre garantito che l’Italia resti in Europa e nell’euro”.

L’intervento del premier

E dal palco della kermesse grillina al Circo Massimo interviene anche il presidente del Consiglio di Ministri: “Andremo avanti fino al 2023: ci aspetta un cammino ancora lungo, gli oppositori se ne facciano una ragione”, dice il premier allontanado così i venti di crisi arrivati sul goveno dopo il caso della “manina” che aveva modificato il testo del decreto fiscale. Il premier cerca di spostare l’attenzione dai problemi con la Lega affermando che: “Stiamo riformando il fisco più iniquo d’Europa”. E sul reddito di cittadinanza: “Ci sarà, noi manteniamo le promesse”. Poi racconta ai militanti le modalità del suo ingresso nel Movimento: “Conoscevo i 5 Stelle, già 5 anni prima mi era stata chiesta la disponibilità per l’organo di autogoverno della magistratura, e io all’epoca dissi ‘non vi conosco’, ma mi fu risposto di fare solo il mio dovere e non ho mai ricevuto una sola indicazione in 5 anni”.

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Verso le europee

E se il premier affronta anche un cavallo di battaglia della retorica grillina – il salvabanche: “Ai truffati dalle banche ho fatto una promessa: non vi lasceremo soli. Queste persone avranno un miliardo e mezzo. Noi le promesse le manteniamo – non mancano elementi di carattere organizzativo. Affidati al capo politico, Luigi Di Maio. Che annuncia per le prossime europee che anche che il Movimento Cinque Stelle “sta lavorando a un gruppo che metta insieme sensibilità che sono state tradite sia a destra sia a sinistra”. Dunque, spiega il vice premier, i grillini pensano ad un futuro gruppo parlamentare al Parlamento europeo che “sostituisca Forza Italia e Pd che a livello europeo hanno tradito gli elettori. Non voglio uscire da Ue e Euro ma lavoriamo a un nuovo progetto europeista”.

Beppe Grillo: “Togliere i poteri al capo dello Stato”

E la chiusura della kermesse è affidato al padre fondatore del Movimento. Grillo, con tanto di manina al seguito, si affida ll’ironia: “Noi abbiamo cambiato il mondo…guardate a Conte cosa è successo in in 4 mesi, era un cazzo di professorino, che faceva l’esegesi del diritto e ora è qui: noi cambieremo il mondo”. Sul “figlioccio” Luigi Di Maio: “Nessuno lo mette in difficoltà, solo io posso farlo, perché so tutte le cose vere ma non le dirò mai”. E poi un messaggio minaccioso al Quirinale: “Dovremmo togliere i poteri al capo dello stato, dovremmo riformarlo. Il vilipendio… Un capo dello stato che presiede il csm, capo delle forze armate. Non è più in sintonia col nostro modo di pensare”.

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