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Istat: un italiano su dieci ha rinunciato a visite mediche

(Teleborsa) – Tra “qualche giorno” verrà certificato per il 2020 il “superamento al ribasso della soglia delle 400mila nascite mai raggiunto in questo Paese”. Lo ha annunciato il Presidente dell’Istat Blangiardo, davanti alle Commissioni Bilancio, Attività produttive e Lavoro della Camera, in audizione sul Recovery Fund.

Guardando al bilancio demografico dell’anno che si è appena concluso, due sembrano essere i confini simbolici destinati ad infrangersi, spiega l’Istat: “il margine superiore dei 700 mila morti – oltre il quale nell’arco degli ultimi cent’anni ci si è spinti giusto all’inizio (1920) e quindi nel pieno dell’ultimo conflitto mondiale (1942-1944) – e il limite inferiore dei 400 mila nati, una soglia mai raggiunta negli oltre 150 anni di Unità Nazionale”.

“Si tratta di due sconfinamenti che, di riflesso, spingerebbero il valore negativo del saldo naturale oltre le 300 mila unità; un risultato che, nella storia del nostro Paese, si era visto unicamente nel 1918, allorchè l’epidemia di “spagnola” contribuì a determinare circa metà degli 1,3 milioni dei decessi registrati in quel catastrofico anno”, ha spiegato Blangiardo.

Sul fronte dell’occupazione “la sensazione è che i dati di dicembre non saranno particolarmente brillanti“. I livelli di occupazione – ha proseguito – restano comunque decisamente inferiori rispetto a quello di febbraio Abbiamo 300mila unità in meno e l’inattività è superiore di 340mila unità”. In seguito all‘emergenza Covid le categorie maggiormente colpite sono state “particolarmente i giovani, le donne e la componente straniera” con una “accentuazione dei gap di genere che sono andate a intensificarsi per effetto della pandemia e di cui i dati statistici che presentiamo mettono chiaramente in evidenza”.

L’equità, misurata in termini di difficoltà di accesso ai servizi sanitari, è stata “fortemente condizionata dall’emergenza sanitaria”. Nel 2020 (dati provvisori), un cittadino su 10 ha dichiarato di aver rinunciato negli ultimi 12 mesi, pur avendone bisogno, a visite mediche o accertamenti specialistici a causa delle liste di attesa, la scomodità delle strutture, ragioni economiche e motivi legati al Covid-19; questi ultimi sono stati indicati da circa la metà delle persone che hanno riferito una difficoltà di accesso. L’anno precedente (2019) la quota di rinunce era stata più bassa e pari al 6,3%, in calo rispetto al 2018 (7,2%) e al 2017 (8,1%).

L’impatto del Covid-19 sulla rinuncia è stato maggiore nel Nord, con un aumento di 4,7 punti percentuali rispetto al 2019 (da 5,1% a 9,8%); nel Centro l’indicatore è passato, invece da 6,9% a 10,3% e nel Mezzogiorno da 7,5% a 9%.

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