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Isis diffonde un nuovo discorso di al Baghdadi, Site: “Parla anche della Corea del Nord”

Il leader si riteneva fosse morto in un raid aereo russo il 16 giugno scorso, ma la data di registrazione del nuovo audio è ignota
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Un nuovo audio – privo di una data certa – di 46 minuti del capo di Isis Abu Bakr al Baghdadi, dato per morto in un raid aereo russo il 16 giugno scorso, è stato diffuso dal portavoce del sedicente Califfato Abu Hassan al-Muhajir. Lo riferisce Rita Katz, direttore dell’organizzazione Usa Site che monitora le attività dei jihadisti sul web.
L’ultimo audio di Al Baghdadi era stato diffuso a novembre del 2016. Di per sé l’audio non dimostra che al Baghdadi, la cui uccisione è stata messa in dubbio, sia ancora vivo, mancando un elemento – al momento – utile per accertare quando questo messaggio sia stato registrato. L’unico riferimento temporale certo, all’interno dell’audio, riguarda le minacce della Corea del Nord conto gli Usa ed il Giappone.
Il titolo del discorso è rivolto ai sodali di al Baghdadi che vengono esortati affinché «Il vostro Dio sia sufficiente come guida ed aiuto».
L’audio, riferisce l’israeliano Haaretz, è stato diffuso attraverso la rete di informazioni di Isis, Al-Furqan.
A dare notizie dell’uccisione di al Baghdadi era sto il ministero della Difesa russo il 16 giugno scorso, rivelando che il sedicente Califfo era stato ucciso il 28 maggio in un raid aereo nella periferia sud di Raqqa, la capitale del califfato, che ora sta crollando nelle mani felle forze anti-Isis, ma che all’epoca era ancora controllata dai jihadisti sunniti. All’epoca il portavoce della colazione anti-Isis a guida Usa, il colonnello americano Ryan Dillon invitò alla prudenza ricordando che già altre volte era stata data la notizia della morte di Al Baghdadi.
L’11 luglio la tv irachena Al Sumaria, citando fonti interne ad Isis, avevano confermato la notizia del decesso del loro leader.
Il 17 luglio una fonte del ministero degli Esteri iracheno, citata dalla rete saudita Al Arabiya, aveva smentito la morte di Al Baghdadi.
L’unica certezza, oltre all’assenza di prove certe, di fatto impossibili da recuperare sul terreno, è che da giugno non è stata formalizzata la nomina di un successore.
 
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