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Irlanda, sì alla legalizzazione dell'aborto

Irlanda, sì alla legalizzazione dell'aborto
Un murale ritrae una donna cui fu negata l’interruzione di gravidanza e morì per un aborto naturale (ap)
Exit poll: favorevoli all’abrogazione della legge che di fatto vieta l’interruzione di gravidanza il 68% dei votanti. Lo spoglio inizierà domani mattina
DUBLINO – Gli irlandesi hanno detto sì alla legalizzazione dell’aborto. Secondo l’exit poll di Ipsos Mrbi, pubblicato dall’Irish Times, al referendum i favorevoli all’abrogazione della legge che proibisce l’interruzione di gravidanza hanno prevalso con il 68% per cento dei voti contro il 32%. Se questi numeri saranno confermati, vorrà dire che nella cattolicissima Irlanda c’è stato un cambiamento, anche culturale, di portata storica. Una svolta resa possibile tra l’altro dalla massiccia partecipazione al voto degli irlandesi che vivono all’estero. Lo spoglio inizierà domani mattina.
Gli elettori erano chiamati a dire se volevano abrogare un articolo aggiunto alla Costituzione nel 1983, meglio noto come ottavo emendamento, che di fatto rende praticamente sempre illegale l’aborto, senza alcuna eccezione neppure in casi estremi come lo stupro, l’incesto o le malformazioni del feto. La legge, tra le più restrittive al mondo in materia, consente l’interruzione di gravidanza solo se è in pericolo la vita della donna, un’unica eccezione che deriva dal Protection of Life During Pregnancy Act, un legge approvata soltanto nel 2013 in seguito all’ondata di indignazione per la morte nel 2012 di una donna incinta, alla quale era stata rifiutata l’autorizzazione a praticare l’aborto.
Attualmente in Irlanda chiunque procuri o aiuti una donna a procurarsi un aborto, al di fuori dei ristrettissimi confini dell’attuale legge, rischia una condanna fino a 14 anni di carcere. Vengono invece tollerate le interruzioni di gravidanza eseguite all’estero. E questo spinge migliaia di donne ogni anno a ricorrere a questa soluzione per aggirare il divieto, recandosi soprattutto nel Regno Unito.

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