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iPhone X, uno sguardo nel futuro. Così Apple reinventa lo smartphone: la prova in anteprima

iPhone X, uno sguardo nel futuro. Così Apple reinventa lo smartphone: la prova in anteprima

Il modello del decennale ha un “cuore” bionico, un display Oled che si estende su tutta la superficie anteriore, sensori intelligenti nelle fotocamere. E un prezzo importante. Ma il “dieci” è un dispositivo che porta la Mela in un’epoca nuova

TEN” e non “X”, così si pronuncia il nome del nuovo iPhone, quello del decennale. Ten come le dieci generazioni del dispositivo che hanno portato a questo modello dal 2007 ad oggi, il primo fu svelato da Steve Jobs, e in quel giorno il mondo dell’elettronica di consumo è cambiato per sempre. E passando per le varie iterazioni, fino all’attuale 8 e saltando il 9, arriva questo Ten. Anche se tutti lo chiamano “Ics” e forse non è sbagliato, intendendo la lettera come il simbolo di un punto importante. E il Ten è certamente per Apple stessa una pietra miliare nella storia del suo prodotto più venduto, per come reinterpreta il concetto di smartphone e per come dà la direzione alla tecnologia che verrà. Un dispositivo che nella visione dell’azienda “cambia tutto”, per citare un classico slogan di Cupertino. Arriva nei negozi dal 3 novembre, noi l’abbiamo provato in anteprima.

RepTech, ecco iPhone X: Apple guarda verso il futuro

· REINVENTARE L’IPHONE
L’avevamo visto allo Steve Jobs Theater lo scorso settembre, ci avevamo messo le mani sopra, ora l’abbiamo provato, sotto torchio per tre giorni, mettendo sotto sforzo l’hardware, che si basa sul processore A11 Bionic, stressando le fotocamere (anche sott’acqua) e spremendo ogni goccia della batteria con le app più esose in termini di performance e dati. L’idea “alla Apple” stavolta si chiama Face ID, una sofisticata tecnologia di riconoscimento biometrico che sostituisce l’identificazione dell’utente con l’impronta digitale, ma che in realtà fa – e farà – molto di più. Aprendo la strada ad una personalizzazione sempre più profonda dei dispositivi elettronici. E allora com’è questo smartphone che nasce con un numero da trequartista? L’obiettivo di Apple era ridefinire completamente il suo prodotto di punta senza perdere nulla di ciò che ha reso l’iPhone una delle icone dell’era digitale. Una missione ad altissimo rischio, in grado di compromettere i bilanci miliardari dell’azienda. Il modo in cui la Mela ha scelto di perseguirla è rendendo il dispositivo sempre più personale, un oggetto quasi senza più controlli fisici con cui interagire attraverso lo sguardo, la voce e il tocco del display.  iPhone X esiste in due colori, space gray e silver, e due pezzature di memoria, 64 e 256 giga. In mano è come avere un incrocio ideale tra un iPhone e il modello plus: le dimensioni fisiche sono più vicine a quelle dello smartphone più piccolo, ma stavolta è tutto display, e l’area dello schermo, da 5,8 pollici, è molto vicina a quella del modello più grande, solo un po’ più stretta. Ma con iPhone X bisogna stabilire anzitutto un contatto visivo: se non lo guardate, lo smartphone non si sblocca. Solo poi si può interagire con lo schermo.

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· GUARDAMI NEGLI OCCHI
Questa tecnologia si chiama Face ID e utilizza un sistema, al momento unico al mondo, di tracciamento tridimensionale del volto: la fotocamera anteriore (si chiama TrueDepth) proietta un fascio invisibile da trentamila punti luce sul volto dell’utente. Se quello che lo smartphone vede corrisponde al viso memorizzato nel dispositivo, allora l’iPhone si apre. Altrimenti, il Sesamo digitale di Apple rimane chiuso. Ma funziona? Nel nostro test, Face ID ci ha riconosciuto subito dopo la procedura di configurazione. Abbiamo provato ad ingannarlo in più modi, utilizzando foto, stampe e immagini sul display di un altro smartphone per forzare l’accesso, senza mai riuscirci, e anche con un video per simulare la tridimensionalità. Tentativi di sblocco con volti altrui, una ventina, tutti falliti. Abbiamo fatto anche il “test delle gemelle”, con l’aiuto di due colleghe se non identiche molto, molto simili. Ma anche qui, lo smartphone è rimasto bloccato. Insomma con iPhone X, prima di toccare lo schermo, il telefono sa chi siete. E “guardando” negli occhi chi ha di fronte, saprà se sbloccare o meno l’accesso, anche parzialmente. Un esempio: arrivano delle notifiche WhatsApp, sms, o altro. Sul display non sbloccato appariranno “mute”, con l’indicazione di che app le sta inviando ma senza testo. Chi guarderà lo schermo vedrà solo questo. Ma se a puntare gli occhi sullo smartphone sarà l’utente, le notifiche “fioriranno” e si potrà leggerne il contenuto. Rispetto alle offerte della concorrenza, il riconoscimento del volto di Apple è decisamente più raffinato. Sul fronte Samsung, non mancano testimonianze di “hacking” del sistema biometrico con una semplice foto, dal lato Microsoft sono interessanti i risultati raggiunti dal sistema Windows Hello. Face ID porta però il discorso più avanti, non solo imparando a conoscere e riconoscere la persona che ha di fronte con il Machine Learning, ma anche con integrando con queste informazioni con la realtà aumentata. E quindi ad esempio le Animoji, ovvero emoji animate che replicano in tempo reale i movimenti del volto dell’utente (ci si possono creare dei videomessaggi) e gli scenari 3D aumentati nell’app Clips, una demo impressionante dell’iPhone X.E la sicurezza? Per i dati del viso dell’utente il discorso è lo stesso del Touch ID: una volta registrati  non lasciano mai il dispositivo e sono custodite in una “enclave sicura” hardware a cui non è possibile accedere in nessun modo. Il sistema può essere tratto in inganno “una volta su un milione”, dichiara Apple. Quelli del nostro test sono ovviamente numeri molto più bassi. Ma quello che ci ha colpito di Face ID è che non ha mostrato incertezze in una situazione importante: il dispositivo non si è sbloccato se era semplicemente in prossimità e poteva “vedere” il volto: per farlo c’è bisogno di stabilire un contatto visivo e solo allora TrueDepth è entrato in funzione e rende visibili schermo, notifiche e quanto altro.

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Anche dalle poche applicazioni che la utilizzano per il momento, si capisce che questa tecnologia è un “game changer”, come dicono gli inglesi. L’idea è offrire un’estensione digitale con sempre meno barriere tra la tecnologia e l’utente. Difficile tornare indietro dopo averci interagito per un po’: l’occhio elettronico è una tecnologia che, dicono gli analisti di solito ben informati di KGI, porta Apple due anni avanti rispetto alla concorrenza. E anche il motivo per cui produrre iPhone X si è rivelato molto complicato: dei 50 milioni di pezzi previsti entro l’anno, solo 30 usciranno effettivamente dalle fabbriche cinesi che costruiscono il prodotto. TrueDepth è un’innovazione sofisticata, e altrettanto sono le linee industriali che la realizzano, così come l’assemblaggio dei componenti. E così il boom dei preordini, partiti due settimane fa, non potrà essere soddisfatto a stretto giro, anche se dalla Cina arrivano notizie dell’ottimizzazione dei livelli produttivi.

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· SENZA TASTI
Il “costo” (oltre a quello di listino dello smartphone) del Face ID è però la sparizione del Touch ID, il lettore di impronte digitali, presente sull’iPhone dal modello 5S a oggi, 8 e 8 Plus ce l’hanno ancora. Molto di quello che prima si faceva con un dito, ora si fa con uno sguardo. Ma in questo senso iPhone X va anche oltre, eliminando i tasti fisici, sostituiti da un display Oled in cui si fa tutto con un dito. Apple non è nuova a queste sottrazioni, che in realtà sono sempre sostituzioni, attraverso cui amplia il proprio ecosistema, incidendo inevitabilmente su quanto un utente deve spendere per apprezzarlo interamente. Recentemente dagli iPhone è sparito il jack per le cuffie e sono nati gli AirPods, auricolari senza fili che pur non costando affatto poco, non conoscono crisi di vendita. Dall’iMac colorato di fine anni 90 sparì il lettore di floppy disk e il mondo gridò allo scandalo, poi sono spariti i lettori ottici. Dall’iPhone X è scomparso il tasto “home”: il cerchietto alla base dello smartphone non c’è più, sostituito dal display che ora prende tutto il corpo del telefono eccetto una piccola area superiore, il “notch”, dove risiedono i sensori ottici e audio. Per la verità sparisce solo il pulsante home, gli altri rimangono: accensione, volume e silenziatore. Ma l’esperienza d’uso si concentra tutta sempre sullo schermo, sostanzialmente si avrà bisogno di toccare i tasti fisici sono per accendere lo smartphone o scattare uno screenshot. Tutto il resto si può fare sullo schermo o a voce, utilizzando Siri. Per tornare alla home si passa il dito dalla “home bar” in fondo al display verso l’alto, mentre tenendo il dito sul display si passa all’app switcher, per cambiare applicazione. L’abitudine al tasto centrale sparisce dopo poco, e il passaggio alla nuova interfaccia è semplice.
· DISPLAY
Ma uno smartphone oltre a guardarci, deve anche essere guardato. Su iPhone X c’è un display da 5,8 pollici di diagonale da 2436×1125 pixel di risoluzione, densità 458 ppi, in sostanza  uno schermo di ampiezza paragonabile a quella di un iPhone Plus (in realtà più alto e un po’ più stretto) in uno chassis di dimensioni simili a quelle di un modello “regular”. Apple lo chiama Super Retina Display e il suo avversario diretto è il display del Samsung Galaxy S8, che ha risoluzione e ppi più alti. Ironia del mercato, è proprio Samsung che produce per Apple i display dell’X, ma nel caso del nuovo iPhone le specifiche tecniche si piegano all’architettura del sistema: Apple ha integrato in questo schermo la tecnologia Truetone, che riduce il bianco a seconda della luce ambientale e supporta la gamma cromatica P3. E rispetto all’S8, per gli occhi e per la fedeltà dei colori, quello dell’X è il display migliore per resa complessiva e adattabilità all’uso. Truetone in particolare è una tecnologia che arriva dall’iPad Pro e, al netto dei numeri di pixel, è quella che fa la differenza, ad esempio nella lettura di un lungo testo o nel lavoro su app di fotografia e video. Rispetto all’iPhone 8, l’X porta a sei i canali di rilevazione di luce ambientale sul Truetone, quindi ha un display che rappresenta un unicum assoluto non solo nella gamma iPhone ma anche iPad Pro. Nell’uso quotidiano, il fattore di forma dello schermo si rivela ideale in modalità orizzontale per guardare contenuti 4K HDR, l’effetto è quello di uno schermo cinematografico tascabile. Il “notch” dei sensori rimane visibile ma dopo un po’ viene assorbito nello sguardo complessivo.

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· FOTOCAMERE
Sul comparto fotografico Apple ha lavorato partendo dalla doppia ottica dell’iPhone 7 Plus per arrivare ad un’implementazione evoluta sull’X, che monta un sensore da 12 megapixel sulla posteriore, mentre quella anteriore acquista la capacità di scattare in modalità ritratto, con i nuovi effetti di illuminazione di iOS11. Sulla posteriore è stato migliorata la modalità zoom, l’apertura è di ƒ/2.4 e gira video 4K a 60 fotogrammi al secondo e soprattutto gode di una doppia stabilizzazione ottica con sette magneti, tecnicamente impressionante per una fotocamera da smartphone. Ritocchi anche per il processore di segnale e per il flash, True Tone a quattro led. Il processore in particolare utilizza l’A11 Bionic e il Machine Learning per individuare gli elementi dell’immagine che si sta per scattare, ottimizzando la ripresa in tempo reale. Si nota un incremento di prestazioni sulla velocità dell’autofocus e negli scatti in scarsità di luce, e nel complesso la sezione fotografica è una delle caratteristiche più impressionanti dell’X.

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· BATTERIA
Nel nostro test, senza mai ricaricare il dispositivo, iPhone X ha resistito sotto uno stress da utilizzo medio-alto dalle 8 di mattina alla mezzanotte. Nell’arco della giornata abbiamo parlato al telefono (con gli AirPods quindi utilizzando il Bluetooth) per un totale di 42 minuti, usato la connessione 4G, app non leggere sulla batteria (Instagram, Facebook, Twitter, Enlight, iMovie, Pinnacle Pro, Monster Park, Garageband) e attivato il risparmio batteria intorno alle ore 20. A regime, ricaricando la batteria quando serve, iPhone X dovrebbe superare una giornata tipo senza lasciare l’utente a secco, e nonostante iOS11, qui nella versione 11.1, ancora non appaia ben ottimizzato sui consumi. In questo buon comportamento gioca molto lo schermo Oled, che spegne i pixel quando visualizza il nero, tagliando i consumi come già accade su dispositivi concorrenti. E come già sui modelli della serie 8, iPhone X supporta la ricarica veloce e wireless. Con appositi accessori si può ricaricare lo smartphone appoggiandolo senza connettere cavi.

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· IN CONCLUSIONE
Se l’obiettivo di Apple era ridefinire l’iPhone senza snaturarlo e inaugurare una piattaforma se non per i prossimi dieci anni, almeno per i prossimi cinque, l’iPhone X centra l’obiettivo senza difficoltà. In un mondo in cui le innovazioni negli smartphone sono necessariamente sempre incrementali e solo occasionalmente davvero rivoluzionarie, l’implementazione del Face ID, unita alle capacità del chip A11 Bionic e alle ottimizzazioni del sistema operativo iOS sui versanti Realtà aumentata e Machine Learning, fanno del Ten insieme un punto di arrivo, di svolta per il settore intero, e di ripartenza. Non è difficile prevedere come quanto visto sull’X arriverà presto sui tablet e sui computer, e come tutta l’industria seguirà a ruota, migliorando quello che offre e rilanciando su altri aspetti. Ma se il Ten è certamente lo stato dell’arte degli smartphone Apple, ma ha le sue debolezze. Una su tutte: si può memorizzare un solo volto nel Face ID. Questo è legato al modo in cui il sistema è stato progettato e funziona, per evitare rallentamenti, confusione e blocchi, ed è presumibilmente una limitazione che si potrà superare in prossime versioni di iOS. Con il Touch ID per esempio si potevano aggiungere fino a 5 impronte digitali, un sistema comodo per garantire l’accesso magari anche ad una seconda persona, che con iPhone X dovrà invece digitare il codice, con tutte le preoccupazioni sulla privacy del caso. Ancora, non è più possibile sbloccare l’iPhone senza guardarlo, e certamente non dovrebbero esistere momenti in cui questo sia necessario, ma con il Touch ID era possibile e comodo. Poi c’è il prezzo, che è quello di un top di gamma che è anche un oggetto di lusso: I prezzi  vanno dai 1189 euro del 64gb al top di gamma da 1359 euro, a cui si può aggiungere la garanzia ulteriore Applecare, 229 euro. Le cover originali vanno dai 45 euro di quella in silicone ai 59, in pelle, e poi c’è la custodia-portafogli in pelle da 109 euro. Insomma volendo prendere il pacchetto X completo, dal porcellino escono 1697 euro. Al netto degli accessori e delle garanzie, iPhone X costa poco più dell’8 Plus ed è marginalmente più caro dei modelli flagship dei produttori di smartphone Android. Nel prezzo finale ci va lo status premium che accompagna il marchio Apple dal primo giorno e gli anni in ricerca, sviluppo e produzione di una tecnologia di livello complessivo elevatissimo, con alcuni elementi presenti, in tutto il mercato, solo su questo iPhone. E che vive su un’armonia ricercata e soprattutto solida tra hardware e sistema operativo. Nel cui nome c’è una X che indica anche dove Apple pensa che sia il tesoro, ovvero nell’unione di hardware, software e visione su come i dispositivi potranno sempre più integrarsi con le nostre esistenze. Quello che vedremo nel prossimo futuro partirà inevitabilmente da qui.

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