EXITO STYLE

Immigrazione, sarà rimpatriata la salma del migrante suicida nel Tarantino per l’asilo negato

In programma a Castellaneta Marina una cerimonia di rito musulmano con i suoi connazionali, poi il feretro sarà trasferito all’aeroporto per raggiungere Banjul, capitale del Ghana: le spese saranno coperte dalla Regione Puglia

Sarà rimpatriata mercoledì 24 ottobre la salma di Javo Amadou, il 22enne del Ghana che lunedì 15 ottobre si è suicidato a Castellaneta Marina, nel Tarantino. Il giovane, a quanto pare, era entrato in una crisi depressiva perchè gli era stato negato l’asilo, con la protezione internazionale, e il suo permesso temporaneo di soggiorno era prossimo alla scadenza. “Prima della partenza della salma – spiega Enzo Pilò, referente dell’associazione Babele che nel Tarantino si occupa d’assistere ed accogliere i migranti – ci sarà a Castellaneta Marina una cerimonia di rito musulmano con i suoi connazionali per salutare per l’ultima volta il giovane.
Dopodichè feretro sarà trasferito all’aeroporto per raggiungere Banjul, capitale dello Stato del Ghana”.

All’indomani della morte di Amadou, l’associazione Babele ha lanciato una raccolta fondi visto che servono circa 5mila euro per il rimpatrio della salma poi la Regione Puglia si è fatta avanti dichiarando la sua disponibilità a coprire tutte le spese di trasporto e quindi i fondi raccolti (4.200 euro) andranno per iniziative a sostegno del villaggio del Ghana dove Amadou viveva. A Castellaneta Marina, dove l’associazione Babele ha uno dei suoi centri del Tarantino, il 22enne si era trasferito da qualche tempo dopo aver lasciato una struttura di assistenza del Leccese.

Amadou non rientrava nei programmi di accoglienza di Babele, ma frequentava comunque il centro di Castellaneta Marina per incontrare i connazionali (una decina circa quelli che sono qui ospiti), trascorrere alcune ore con loro e usare il wi-fi. Risiedeva temporaneamente in casa di connazionali sempre nella località  costiera del Tarantino. Il permesso di soggiorno, come ha chiarito il ministero dell’Interno, gli sarebbe scaduto a marzo prossimo, ma non avendo ottenuto l’asilo, con protezione internazionale, perchè la domanda gli era stata respinta, e temendo un rifiuto anche alla domanda per la protezione umanitaria (“una possibilità che col decreto Sicurezza è venuta meno” osserva Pilò), Amadou era entrato in una crisi depressiva”.

“Così hanno raccontato i suoi amici ed anche i collaboratori dell’associazione Babele hanno detto che gli atteggiamenti e i discorsi del giovane erano divenuti strani negli ultimissimi tempi. Sapeva di dover rientrare nel suo Paese, Amadou ma, poichè la sua istanza di asilo era stata respinta, temeva di essere giudicato un fallito. Una persona che non era riuscita a realizzarsi.Nei giorni scorsi, infine, appresa la notizia del suicidio, è stato a Castellaneta Marina il fratello di Amadou, anch’egli giovane, che risiede in Umbria”

POST A COMMENT