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Il tesoro segreto di Verdi finisce all'asta a Londra

Da Sotheby’s lettere, spartiti e fotografie inedite. Il musicologo Della Seta: “Ora va rivista la biografia”

LONDRA. È un tesoro sommerso da un secolo e improvvisamente tornato in superficie.
Dentro il forziere, insieme ad altre perle della musica classica e lirica, c’è Giuseppe Verdi: lettere, spartiti, fotografie, una tale mole di materiale inedito o sconosciuto che, secondo gli esperti, bisognerà rifare le biografie del più grande compositore italiano.
Ma il tesoro rischia di scomparire di nuovo e disperdersi in tanti rivoli. Le carte dell’autore del Nabucco e delle altre opere entrate nel canone mondiale appartengono a una collezione privata, ammassata nella prima metà del ventesimo secolo e non più consultata: gli eredi hanno deciso di venderla, Sotheby’s la metterà all’asta a Londra il prossimo 26 ottobre.
«Sarebbe importantissimo adoperarsi affinché questo patrimonio torni in Italia o almeno rimanga accessibile dopo la vendita», dice a Repubblica il professor Fabrizio Della Seta, docente di musicologia all’università di Pavia.
L’auspicio è che musei, teatri, enti privati o pubblici, intervengano per procurarsi la collezione. O almeno per garantire che resti unita e, dovunque finisca, a disposizione degli studiosi. Come di consueto, non viene rivelato il nome del collezionista, né del proprietario attuali. Il catalogo di Sotheby’s indica soltanto i pezzi assegnati al martello del banditore. Il più «straordinario», afferma la casa d’aste, sono 36 lettere mai pubblicate che Verdi scrisse al librettista Salvatore Cammarana, uno dei suoi più stretti collaboratori, per discutere la composizione del Trovatore, Luisa Miller e altre opere: ritrovamento che, secondo il professor Della Seta, potrebbe costringere a «rifare da capo» l’edizione uscita nel 2001 dei carteggi verdiani curata da Carlo Matteo Mossa. È l’elemento più caro del lotto, prezzo di partenza 250-300 mila sterline, circa 300 mila euro. Un altro notevole reperto è la più antica bozza esistente dell’Ernani. E poi lettere autografe alla contessa Clara Maffei, all’agente Mauro Corticelli, al ministro dell’Istruzione Emanuele Gianturco;  una lettera della moglie di Verdi che parla del Requiem, una foto di Verdi con dedica alla cantante Marie Delna. L’asta include carteggi di Beethoven, Chopin, Cajkovskij, Wagner, Bellini, Rossini, Puccini. Ma il gioiello è Verdi. Nel 2012 le carte verdiane appartenute a Toscanini furono acquistate da Eni e Banca Intesa, poi collocate presso il Museo Teatrale della Scala. Verrà salvato anche questo tesoro dell’autore di Va pensiero? O scomparirà per sempre?

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