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Il sindaco di Melfi contrario all’aumento delle tariffe dell’acqua potabile in regione


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“Non c’era e non c’è alcuna ragione di aumentare le tariffe dell’acqua potabile. Questa è la verità che emerge dagli atti del bilancio approvato nell’ultima assemblea della SpA regionale Acquedotto Lucano”. A sostenerlo è Livio Valvano, sindaco di Melfi, che parla di “scelta politica deleteria” da parte della Regione Basilicata.

“Una scelta che i sindaci della regione non possono avallare e che chiedono a gran voce di neutralizzare sin da subito l’incremento delle tariffe. – ha detto il primo cittadino – Durante i lavori dell’assemblea ho rinnovato l’invito al Governo Regionale a rivedere una decisione che non trova alcuna giustificazione nei numeri del Bilancio della S.p.A. regionale che, a differenza di quanto è stato affermato nelle scorse settimane, non solo non è sull’orlo del fallimento ma ha prodotto un inutile ed elevatissimo avanzo di gestione per l’anno 2020. A monte del bilancio 2020 di Acquedotto Lucano, infatti, vi è stata la contestata e chiacchierata decisione presa da EGRIB, su indirizzo della Regione Basilicata, di aumentare la tariffa dell’acqua potabile, in misura pari a 5,3 milioni di euro per il 2020 (8,57%) e 4,1 milioni di euro per il 2021 (6,10%); la giustificazione di tale aumento, secondo gli esponenti della destra lucana, veniva collegata alla presunta “allegra gestione” di Acquedotto Lucano attribuita al solito “chi c’era prima”. Ma poi nell’assemblea del 7 luglio arriva una clamorosa smentita dai numeri del bilancio di Acquedotto. Sarebbe un fenomeno inedito quello di chiedere un contributo ai cittadini lucani a beneficio del Bilancio Regionale attraverso l’aumento delle tariffe dell’acqua: cioè una vera e propria surrettizia tassa sull’acqua

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