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Il decreto Dignità è legge: stretta per il tempo determinato e bonus per gli Under 35

Via libera del Senato al Dl che supera definitivamente il Jobs Act. Previste anche norme in contrasto al disturbo del gioco d’azzardo
Con 155 voti favorevoli, il Senato ha dato oggi l’ok definitivo al decreto dignità che diventa così legge. Il testo non ha subito correzioni in commissione rispetto a quello licenziato da Montecitorio il 2 agosto ed è arrivato in Aula a Palazzo Madama senza mandato al relatore. I senatori hanno esaminato i circa 700 emendamenti presentati dopo che erano state bocciate le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Fi e Pd.
Il provvedimento, voluto fortemente dal ministro del Lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, prevede tra le altre misure la stretta sui contratti a termine, le nuove disposizioni sulla somministrazione, il rincaro per i rinnovi e l’aumento delle indennità in caso di licenziamento illegittimo. Il decreto contiene, inoltre, lo stop alla stretta sui contratti di somministrazione per i lavoratori portuali, multe più salate per chi viola il divieto di sponsorizzazioni e pubblicità dei giochi d’azzardo, il messaggio «nuoce gravemente alla salute» apposto su gratta e vinci e slot.
Palazzo Madama ha confermato le modifiche al capitolo lavoro, come la prosecuzione degli incentivi alle assunzioni under 35 fino al 2020, una più estesa applicazione dei voucher nelle attività ricettive e una fase transitoria che esclude fino al 31 ottobre prossimo le proroghe e ai rinnovi dei contratti a termine in essere al 14 luglio scorso.
«È stato approvato dopo decine di anni il primo decreto non scritto da potentati economici e lobby. È il primo decreto dopo tanti anni che mette al centro il cittadino, mette al centro gli imprenditori e i giovani precari. Finalmente i cittadini segnano un punto. Cittadini 1, sistema 0», ha commentato Luigi Di Maio. «Se si dice che coi numeri dell’Inps sugli 8 mila posti in meno (all’anno, ndr) sono reali – e noi non ci crediamo, chi crede agli 8 mila posti in meno deve credere anche alla stessa stima che l’Inps ci fa di questo decreto dopo la conversione in Aula: cioè 60 mila posti in più in 2 anni». Così Luigi Di Maio dopo l’approvazione in Senato del decreto dignità risponde ai cartelli polemici con su scritto «80mila, bye bye lavoratori» esposti in Aula da alcuni senatori Pd durante le dichiarazioni di voto.
«Noi abbiamo inserito gli incentivi per i giovani sotto i 35 anni per il contratti a tempo indeterminato e la stima è di oltre 60 mila posti in 2 anni. Quindi se la matematica non è un’opinione, 8 mila ne perdi all’anno secondo stime che noi non condividiamo, e 30 mila ne guadagni all’anno. Il saldo è positivo». «L’opposizione deve fare opposizione – aggiunge -, anche con metodi che violano il regolamento come quello dei cartelli in Aula, ma non biasimo queste modalità, le abbiamo adottate noi».
«Questo è il governo dei no. Il governo deve avere il coraggio di dire più sì. Finora abbiamo ascoltato no alla Tav, no al Tap, no ai vaccini. Non vaccinarsi – attenzione – è una libertà esercitata in modo arbitrario a scapito di chi si vaccina e anche di chi non può esporsi al rischio contagio, per esempio a scuola, perché ha disfunzioni per cui ne morirebbe. La mia libertà finisce dove comincia la tua: questa è la base della nostra cultura liberale. Adesso sembra che si voglia invertire tutto questo. Noi ci batteremo fino allo spasimo per non essere travolti da questa deriva», commenta Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia in Senato.
«Come in campagna elettorale, il nostro slogan è `più assumi, meno paghi´. Mentre il governo grillo-leghista continua ad alimentare una burocrazia asfissiante e una tassazione bulimica, Fratelli d’Italia conferma di essere il movimento di riferimento di chi produce. Il decreto Dignità è lontanissimo dalle reali esigenze delle imprese. Non si può creare lavoro con un provvedimento scritto da chi non ha mai parlato con un imprenditore: vanno liberate le forze produttive e le aziende da burocrazia e tasse, mentre il dl Dignità va esattamente nella direzione opposta». Luca Ciriani, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, sintetizza così, in una conferenza stampa, il senso delle proposte di legge alternative al Dl Dignità presentate da FdI. Con lui, Giorgia Meloni ed il senatore Andrea de Bertoldi, segretario della commissione Finanze.
«Con l’approvazione definitiva del decreto Dignità il cambiamento diventa realtà, si apre una fase di rinnovamento della politica in grado di restituire centralità ai cittadini. Il Governo ha varato un provvedimento che, grazie al prezioso contributo dei parlamentari, dà risposte alle istanze del Paese reale senza cedere alle pressioni dei gruppi di potere. Dopo anni di politiche inique e vessatorie che hanno atrofizzato il tessuto sociale e produttivo ripristiniamo i diritti alla base della democrazia: è un nuovo inizio per l’Italia», ha dichiarato il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro. «Il nostro obiettivo – aggiunge – è quello di aggredire il precariato e rilanciare l’economia attraverso la stabilità occupazionale, creando le condizioni ideali per fare impresa. Gli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato favoriscono il lavoro qualificato e gli investimenti nelle risorse umane che sono essenziali per aumentare la competitività. Vogliamo tutelare lavoratori e imprenditori onesti da chi usufruisce di sussidi pubblici e delocalizza l’attività all’estero, creando disoccupazione e desertificazione industriale. Semplificare la vita delle imprese con l’eliminazione della burocrazia fiscale consente di sprigionare le energie di chi lavora e produce».
 


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