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Gravity al Maxxi di Roma, immaginare l'Universo dopo Einstein

Ha viaggiato nello spazio per vent’anni, attraversando fasce di asteroidi, passando accanto a Venere e Giove, sorvolando i mari di metano liquido di Titano e una “tempesta esagonale” su Saturno e, prima di distruggersi nell’atmosfera del pianeta, si è “tuffata” 22 volte nei suoi anelli.  Il modello della Sonda Cassini, con tutta la potenza evocativa del suo viaggio spaziale, è sospeso nella hall del MAXXI insieme ad Aeroke, l’installazione di Tomás Saraceno composta da due palloni aerostatici specchianti che captano i suoni impercettibili dispersi nell’atmosfera, e accoglie i visitatori di Gravity. Immaginare l’Universo dopo Einstein.  La mostra, a cura di Luigia Lonardelli (MAXXI), Vincenzo Napolano (INFN) e Andrea Zanini (ASI) con la consulenza scientifica di Giovanni Amelino-Camelia, sarà al MAXXI fino al 29 aprile 2018. Installazioni scientifiche, reperti storici e simulazioni di esperimenti, come il Cannocchiale di Galileo Galilei e lo Specchio di Virgo (l’interferometro laser che capta le onde gravitazionali), dialogano con opere di artisti moderni e contemporanei: da Tomás Saraceno a Marcel Duchamp e Allora&Calzadilla, passando per Laurent Grasso, Peter Fischli e David Weiss, in un percorso immersivo che dà la possibilità al pubblico di avvicinarsi alle innovazioni della fisica moderna

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