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Governo Conte, il giorno della fiducia: discorso del premier alle 12 al Senato

Tra i temi che toccherà nel suo intervento, il superamento del regolamento di Dublino, la flat tax, la centralità dell’Europa. Al dibattito anche Matteo Renzi. I numeri di maggioranza e opposizione

ROMA – Il giorno della fiducia al governo giallo-verde è arrivato. Il discorso programmatico è pronto e questa mattina il premier Giuseppe Conte lo esporrà alle 12 al Senato. Poi lo consegnerà alla Camera che voterà mercoledì alle 17,40. Quindi tornerà alle 14,30 a Palazzo Madama per la discussione e il voto finale. Il discorso conterrà le promesse elettorali del cosiddetto “governo del cambiamento” su fisco, reddito e pensione di cittadinanza, superamento della legge Fornero e del regolamento di Dublino. Ma confermerà la centralità dell’Europa, tema caro al Quirinale.
Sarà una giornata gravosa per Giuseppe Conte, impegnato ieri fino a tarda sera nella stesura del suo intervento. Il premier farà la spola tra Palazzo Madama e Montecitorio. Il protocollo prevede che il presidente del Consiglio vada prima al Senato – è atteso per le 12 – per esporre il programma di governo. Subito dopo raggiungerà la Camera dei deputati per consegnare il programma. Quindi tornerà alle 14,30 in Senato dove comincerà la discussione. Alle 17,40 sono previste le dichiarazioni di voto dei sette gruppi, alla fine, entro le 19,30, avverà la prima ‘chiama’. A seguire, la seconda ‘chiama’: si presume che entro le 20,30 circa le operazioni di voto per la fiducia saranno concluse. Al dibattito in Senato interverrà l’ex premier ed ex segretario Pd Matteo Renzi.

• I NUMERI AL SENATO
Al Senato, primo vero banco di prova, il nuovo governo può contare – numeri alla mano – su 167 voti certi: 6 in più rispetto alla maggioranza assoluta. Si tratta dei 58 senatori della Lega e dei i 109 del Movimento 5 stelle. A questi dovrebbero aggiungersi almeno altri 4 voti, facendo salire la maggioranza a quota 171. Sempre che le dichiarazioni a favore fatte in occasione del giro di consultazioni svolte da Giuseppe Conte – allora premier incaricato – da parte di due ex grillini (Maurizio Buccarella e Carlo Martelli) e due esponenti del Maie (Ricardo Antonio Merlo e Adriano Cario) vengano confermate. Numeri che potrebbero crescere ulteriormente, e arrivare a 174-175 sì, qualora anche il gruppo delle Autonomie a Palazzo Madama – che aveva lasciato aperto un canale con il professore di Diritto – dovesse optare per il voto favorevole alla fiducia.
Di diverso, rispetto alle previsioni iniziali, c’è anche l’astensione del gruppo di Fratelli d’Italia, che conta 18 senatori. In un primo momento orientato verso il no alla fiducia, dopo gli ultimi contatti il partito di Giorgia Meloni ha invece cambiato linea e ha annunciato l’astensione. I voti contrari, quindi, dovrebbero essere 61 di Forza Italia, 52 del Pd e quelli di alcune componenti del gruppo Misto. Dunque, se lo scenario fosse confermato, il governo Conte a Palazzo Madama avrebbe almeno 10 voti di margine rispetto alla maggioranza assoluta.
Con la riforma del regolamento del Senato approvata a dicembre 2017, infatti, il voto di astensione al Senato si uniforma a quello della Camera e non sarà più considerato voto contrario.
• LE COMMISSIONI E IL G7 IN CANADA
Subito dopo la fiducia, si passerà alle commissioni permanenti dei due rami del Parlamento: i gruppi dovranno indicarne i rispettivi componenti, starà poi a loro eleggere presidente e ufficio di presidenza di ciascuna commissione.Tra le forze politiche si discute anche delle partite incrociate su viceministri e sottosegretari. Venerdì e sabato, il “battesimo” internazionale di Giuseppe Conte, con il G7 che si terrà a La Malbaie in Canada. A margine del G7 Conte avrà anche i primi bilaterali con i leader esteri.

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