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Google minaccia di lasciare l’Australia: cosa sta succedendo

Il governo dell’Australia potrebbe presto introdurre una nuova normativa che costringerebbe i giganti del mondo digitale a pagare per le notizie che appaiono nei risultati di ricerca e vengono condivise sulle loro piattaforme. La proposta costringerebbe Google a stringere accordi commerciali con ogni testata e azienda che produce articoli. Eventualità che il colosso di Mountain View ritiene irrealizzabile.

Per questo il direttore regional Mel Silva ha dichiarato che il motore di ricerca potrebbe diventare irragiungibile dall’Australia qualora entrasse in vigore la nuova legge.  Non è chiaro se spariranno anche gli altri servizi della società, come, tra gli altri, Gmail, Google Maps e YouTube, ormai entrati nella quotidianità di miliardi di utenti in tutto il mondo.

Google minaccia di lasciare l’Australia: quanti soldi perderebbe

Google detiene in Australia una quota di mercato compresa tra il 90% e il 95% per quanto riguarda il suo motore di ricerca, ufficialmente chiamato Google Search. Una percentuale simile al resto del mondo, considerando che si tratta del sito più visitato al mondo. I principali motori di ricerca concorrenti, Yahoo e Bing, si piazzano all’11esimo e al 33esimo posto in classifica.

La mossa di Google di vietare la navigazione agli utenti di un intero Paese non costituirebbe un precedente a livello globale. Google ha già avuto problemi in Cina, dove è diventato non raggiungibile in seguito alle controversie legate a un attacco hacker sinico del 2010.

Contrariamente al Paese orientale, l’Australia non è particolarmente remunerativa per l’azienda diretta da Sundar Pichai, che “down under” ha ricavato 4,8 miliardi di dollari nel 2019, di cui ben 4,3 di sola pubblicità. Considerando le spese, tuttavia, sono entrati nelle tasche del gigante digitale solo 134 milioni di dollari.

Legge anti Google in Australia: è simile alla riforma del copyright Ue

Bisogna sottolineare comunque che la battaglia tra Canberra e Mountain View non si gioca sul solo terreno economico, ma riguarda una battaglia ideologica sulle limitazioni che i singoli stati potrebbero imporre a Google e ai suoi concorrenti.

Anche la normativa europea, con la criticata riforma del diritto d’autore, dove nell’articolo 13 viene imposto ai colossi del web di prendere accordi con i fornitori di notizie. A oggi solo la Francia ha preso accordi con Google, con contratti firmati tra il motore di ricerca e le principali testate d’oltralpe.

Legge anti Google in Australia: cosa cambia per i siti di notizie

La legge che potrebbe passare in Australia è tuttavia molto più rigida e imporrebbe tanto a Mountain View e ai concorrenti, quanto ai social network, di pagare tutti i creatori di contenuti, considerando che contribuiscono ad aumentare il traffico su queste piattaforme.

Canberra vorrebbe infatti che il motore di ricerca pagasse una quota ritenuta ragionevole da parte delle testate, ma qualora non ci fosse un accordo, Google verrebbe trascinato in tribunale, con un giudice che deciderebbe la cifra ritenuta più etica.

La misura al vaglio del governo australiano è stata proposta perché negli ultimi 15 anni i guadagni di giornali e testate online hanno visto una flessione costante, mentre i guadagni pubblicitari di Google e Facebook, tra tutti, sono aumentati in maniera esponenziale.

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