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GENOVA: Caldo senza fine, sette morti sospette e ambulanze in coda al pronto soccorso

Nessuna tregua, nessun respiro. Il caldo non lascia Genova, né la Liguria. E comincia a giocare un ruolo pesante, decisivo, nella morte di persone anziane. La categoria più a rischio, come ripetono fino alla nausea gli esperti, con avvertimenti troppo spesso sottovalutati. In tanti, troppi giorni afosi sono morte a Genova sette persone. Tutte per “cause naturali”, come appurato dai sostituti procuratori di turno nelle ultime ore, Marco Zocco e Chiara Maria Paulucci. In un caso è stata anche disposta l’autopsia: la vittima, un uomo di 46 anni, Denis S., che aveva febbre alta, è morto nella sua casa in via Noli. Era in casa con la madre e il fratello, aveva chiamato la guardia medica perché respirava male: il medico lo ha visitato e ha chiamato il 118 ma nonostante l’arrivo tempestivo dell’ambulanza è morto quasi subito. Tutti gli altri casi arrivati in Procura invece riguardano persone anziane, tra gli 80 e i 95 anni, decedute nelle proprie abitazioni. Tutte con qualche problema o patologia. Se sommate ai due anzinai morti a Imperia di sabato, il totale delle vittime in Liguria sale a nove.
Il caldo africano di questi giorni, e soprattutto l’umidità che porta i valori percepiti sulla soglia dei 40 gradi, con ogni probabilità ha però giocato un ruolo drammatico e decisivo. L’allerta a Genova prosegue senza sosta e il ministero della salute ha confermato il bollino rosso fino a domani, facendo diventare nove i giorni consecutivi con la massima allerta nel capoluogo ligure. Con il caldo e l’afa, peggiora anche la qualità dell’aria. Le stazioni di rilevamento sul territorio provinciale hanno registrato sette superi della soglia per quanto riguarda l’ozono: cinque a Pegli tra le 12 e le 17, due all’Acquasola tra le 14 e le 16. « E uno degli eventi più importanti della storia climatica di Genova » , sottolinea Ernesto Palummeri, geriatra e coordinatore del Centro di riferimento ligure per le ondate di calore, confermando che si tratta di una situazione ad alto rischio. Dal 2003, l’anno più caldo degli ultimi vent’anni, in cui si verificarono in Italia centinaia di decessi soprattutto di anziani, non si erano mai avuti così tanti giorni di seguito di caldo torrido. « Al momento siamo abbastanza ottimisti: i dati di afflusso al pronto soccorso per malori legati al caldo ad oggi sono in linea con la media, anche se venerdì e sabato c’è stato un lieve incremento. Sul fronte delle case di riposo, un tempo i ricoveri erano massicci, ora sono in flessione » . Secondo i dati forniti dalla Regione (riferiti a domenica), gli accessi al pronto soccorso del San Martino sono aumentati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso dell’ 8,41% ( 232 contro 214) e dell’ospedale pediatrico Gaslini addirittura del 45,5%, mentre quelli del Galliera sono scesi del 9,09%, ma ieri sicuramente sono risaliti e le ambulanze sono rimaste n coda. L’emergenza continuerà sicuramente per altri due giorni. « Non ci sbilanciamo: la partita non è chiusa — sottolinea Palummeri -. Ci sono almeno altri due giorni di allarme rosso e domani arriveremo al 10 giorno di bollino rosso a Genova. Ora la sfida non è tanto il caldo, quanto la durata dell’ondata di calore che, più si protrae più crea problemi » . Il medico spiega che ” i malori registrati al pronto soccorso sono dovuti in buona parte ad una esposizione prolungata al sole nelle ore centrali della giornata; oppure alla combinazione caldo con gravi patologie » . Palummeri sottolinea che molti di questi malori potrebbero essere evitabili se si seguissero pochi ” consigli che diventano ad oggi imperativi: non esporsi al sole nelle ore più calde e bere acqua, evitare di indossare abiti scuri”. Una situazione al momento sotto controllo, dunque, riferisce il coordinatore del Centro di riferimento ligure per le ondate di calore, ma che rappresenta “una delle prove più importanti” degli ultimi 15 anni per il sistema socio- sanitario ligure».
Preso d’assalto anche l’ambulatorio mobile dell’Asl che stazione in piazza De Ferrari in questi giorni torridi. In una settimana le persone che hanno chiesto di farsi visitare per malori e o malesseri sono state 98, con una media di 14- 15 al giorno. Hanno chiesto di farsi misurare la pressione e molti avevano problemi legati alla disidratazione. In piena emergenza, il Comune ribadisce anche sul suo sito che è meglio non uscire nelle ore più calde. Un invito rivolto soprattutto agli anziani. «Si deve evitare, per quanto possibile, di uscire e comunque di prolungare l’esposizione nelle ore più calde della giornata, dalle 11 alle 18. Questo comportamento è particolarmente necessario per anziani, bambini e persone con patologie. Si consiglia di bere acqua con regolarità, escludere alcolici e bibite gassate o gelate e consumare pasti leggeri e poco conditi».

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