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Gabrielli: "Roma non è insicura, l'Italia non è il Paese degli stupri"

Gabrielli: "Roma non è insicura, l'Italia non è il Paese degli stupri"

Il capo della polizia: “I cittadini devono riappropriarsi del territorio. Tutti insieme dobbiamo fare grosso lavoro sulla percezione”

“Non ritengo Roma una città insicura, ma una città sicura in cui tutti insieme dobbiamo fare un grosso lavoro per far percepire alla gente che la sicurezza non è soltanto rimessa a delle fredde statistiche ma è una condizione di vita che ognuno di noi deve vivere e deve percepire. E in questo un ruolo fondamentale ce l’ha l’informazione, perchè ogni forma di violenza va condannata a prescindere dai contesti e dalle situazioni, però, anche con riferimento alla povera cittadina tedesca di 57 anni, se io sparo la notizia della turista tedesca è ovvio che la percezione che si ha all’esterno e anche fuori dal nostro contesto nazionale è di una assoluta gravità, quella di una cittadina che passeggiava tranquillamente per via dei fori imperiali e viene fatta oggetto di violenza”. Lo ha detto il capo della polizia Franco Gabrielli, a margine della cerimonia di intitolazione del palasport Fiamme Oro A. Vespucci di via Vertumno, alla memoria dell’agente scelto della polizia di stato, Aurelio Santoro.
“Purtroppo la storia non è questa, stiamo parlando di una persona che viveva una condizione di degrado e marginalità, che è una cosa seria ma che non può essere contrabbandata come il livello di una città completamente allo sbando – ha sottolineato Gabrielli parlando dell’ultimo caso di violenza che si è registrato nella Capitale – anche questo serve, lo dico con la cautela e anche con il rischio di essere frainteso: le violenze a qualsiasi latitudine e qualsiasi siano le persone coinvolte vanno condannate, ma la loro rappresentazione ha un’incidenza ben diversa perchè se la cittadina 57enne tedesca fosse stata la povera turista è ovvio che avremmo un livello di degrado, violenza e insicurezza pazzesco, cosa diversa è chi vive magari una condizione di degrado nella quale anche l’atto deve trovare una giusta collocazione. E in questo gli organi di informazione hanno un ruolo fondamentale”.
Comunque, ha continuato il capo della Polizia, “io continuo a sostenere che questa è una città sicura, perchè se noi la compariamo a grandi metropoli gli indici di delittuosità collocano roma ancora nella parte bassa del tabellone rispetto a città nelle quali invece alcune forme criminali sono molto più accentuate. È ovvio che per chi ha compiti di responsabilità c’è anche il tema della percezione di insicurezza, che va ben al di là delle statistiche: c’è un atteggiamento sui temi della sicurezza per i quali alcuni fenomeni esistono non in quanto tali, ma nel momento in cui vengono posti all’attenzione o ricadono nel cono di luce anche di una certa sottolineatura mediatica. Sembra che questo sia il paese ciclicamente degli stupri o degli omicidi, poi uno legge le statistiche e tutto questo non appare nella sua drammaticità così come lo vogliamo rappresentare”.
Quello, ha aggiunto Gabrielli, “su cui invece stiamo insistendo da tempo, è che dobbiamo intercettare tutto quello che serve perchè i cittadini si sentano sicuri, perchè non possono essere soddisfatti leggendo crude statistiche ma devono essere messi nella condizione di percepire la sicurezza. Noi facciamo la nostra parte, ma è ovvio che devono concorrere anche altri soggetti e altre istituzioni, ma anche la stessa modalità con cui i cittadini vivono il territorio: da prefetto di roma ho sempre favorito ad esempio iniziative che consentissero ai cittadini di riappropriarsi del territorio. In natura il vuoto non esiste: i cittadini che si ritraggono dal territorio lasciano ampi spazi a tutto quello che in qualche modo può incidere pesantemente sulla percezione di sicurezza, come il degrado, le occupazioni abusive. Io avevo sottolineato l’importanza di cose che possono apparire banali, come gli orti urbani, che significano il riappropriarsi fisicamente del territorio, perchè questo fa vincere la paura e soprattutto elimina spazi a forme di illegalità e a forme di degrado”.
A giudizio del capo della Polizia, sul tema della percezione “devono concorrere anche altri soggetti, altre istituzioni. Gli stessi cittadini devono riappropriarsi del territorio, e per esempio gli orti urbani sono

uno modo che io da prefetto di Roma sostenevo. I cittadini non devono ritirarsi. Perché ritirandosi poi si lasciano ampi spazi a ciò che incide sulla percezione della sicurezza: degrado, occupazioni abusive”. Ha quindi ribadito di non ritenere Roma una città insicura, “una città in cui invece tutti insieme dobbiamo fare un lavoro e dare alla gente la consapevolezza della sicurezza, che non deriva dalle statistiche ma nel come si vive il territorio”.

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