L’agente di polizia penitenziaria, indagato per pedofilia, aveva l’obbligo di braccialetto elettronico

Non ha retto alle accuse, allo scandalo, e si è ucciso. L’agente della polizia penitenziaria di Frosinone, accusato di aver abusato sessualmente per mesi della figlia di 14 anni, si è impiccato all’interno di una vecchia chiesa nel centro storico di Roccasecca.
L’uomo dopo l’allontanamento da casa disposto dal gip di Cassino risiedeva a casa di una parente dove era controllato anche mediante braccialetto elettronico.

Una misura che era stata disposta nell’attesa di raccogliere, con un incidente probatorio, la testimonianza della minorenne, residente in un piccolo centro della Ciociaria.
L’indagato, un 54enne, era sospettato di aver molestato in passato anche la figlia più grande, che oggi ha 28 anni. Una vicenda venuta alla luce dopo un tema fatto a scuola nel dicembre scorso dalla ragazzina, che aveva subito spinto il preside a chiedere l’intervento della polizia.