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Fondi Lega, Di Battista attacca: “Restituiscano il maltolto”. Ipotesi rateizzazione ma è pronto il ricorso

Gli avvocati del Carroccio annunciano che ricorreranno in Cassazione contro il sequestro di 49 milioni di euro. Ma si lavora anche sulla possibilità di un prelievo graduale dai conti. Salvini frena: “I soldi non li ho proprio”. Intanto l’ex deputato 5s, in collegamento dl Guatemala, se la prende con l’alleato: “Le sentenze si rispettano, punto”. La replica del ministro dell’Interno: “Questioni interne al Movimento”



La Lega si dice pronta alla battaglia legale ma non ha ancora una via d’uscita per evitare i sequestri. E intanto scoppia la grana Di Battista. Con l’ex deputato e un uomo simbolo del Movimento, che dal Guatemala – in collegamento con la trasmissione di Lilli Gruber – dice: “La lega deve restituire i 49 milioni di euro fino all’ultimo centesimo, che c’entra il processo politico? Se fossi un militante della Lega chiederei la restituzione di ogni singolo centesimo perchè sono soldi miei. Le sentenze si rispettano, quindi restituiscano il maltolto. Punto”.  E avverte: “La Lega si sputtana se ferma la riforma anticorruzione di Bonafede. Mi auguro non lo faccia”. E aggiunge: “Forse Salvini avrà ricevuto una telefonata da Berlusconi…”.

La replica di Salvini arriva dopo pochi minuti: “Fossi in Guatemala, passerei il tempo in maniera più ludica. Mi sa che è una roba interna ai Cinquestelle”. Insomma, il vicepremier leghista attribuisce tutto a una competizione interna.

Tornando alle questioni legali della Lega, in mattinata l’annuncio degli avvocati secondo cui il Carroccio presenterà in settimana il ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale del Riesame di Genova di autorizzare il sequestro dei beni del partito fino alla somma di 49 milioni di euro. Lo ha annunciato uno degli avvocati del del partito, l’avvocato Giovanni Ponti. “Entro la settimana presenteremo il ricorso” ha detto Ponti  rispondendo alle domande dei giornalisti, mentre stava entrando nella sede del partito in via Bellerio a Milano.

Ma in mattinata lo stesso Ponti e il collega Roberto Zingari si sono incontrati con i pm della procura di Genova per valutare un’altra opzione: quella di una rateizzazione dell’intera cifra. Opzione percorribile a patto però di accettare il principio fissato dai giudici: la Lega deve pagare. Nel pomerigigo i due legali sono stati in via Bellerio a colloquio con i vertici della Lega. Sarà il ministro dell’Interno a decidere se accettare o meno l’alternativa ai sequestri. E per ora frena: “Io i soldi non li ho proprio”. E sui magistrati dice: “Non ho mai inteso attaccare la magistratura come corpo, mai inteso dire che tutti i magistrati fanno politica o che non lavorano. Ma che ci sia qualche caso di giudice politicizzato mi sembra evidente”.

Il sequestro, chiesto dalla procura di Genova, è la consenguenza della condanna in primo grado per truffa dell’ex leader Umberto Bossi, dell’ex tesoriere Francesco Belsito per la vicenda dei rimborsi elettorali non dovuti, dal 2008 al 2010, una truffa da 49 milioni di euro. Nel momento in cui venisse firmato un nuovo decreto di sequestro, la finanza , grazie alla sentenza della Cassazione recepita dal Tribunale del Riesame di Genova, potrebbe andare a cercare i soldi sia nelle casse centrali della Lega ma anche presso le segreterie regionali così come in associazioni e onlus vicine al Carroccio

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