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Foggia, simulò incidente stradale per uccidere il padre: arrestato 25enne

Florin Putreanu aveva architettato tutto: a dicembre 2017 il padre fu trovato accanto a un’auto, ma non poteva essere stato lui a guidarla. Il figlio fu fermato e accusato di omicidio stradale


FOGGIA – A dicembre 2017, Florin Pruteanu, romeno di 25 anni, era finito in carcere con l’accusa di omicidio stradale nei confronti del padre. A distanza di sei mesi i carabinieri hanno eseguito, nei suoi confronti, una nuova ordinanza di custodia cautelare; questa volta, però, accusandolo di omicidio volontario.
I fatti risalgono al tardo pomeriggio del 22 dicembre, quando si verificò, in via Sprecacenere alla periferia di Foggia, un incidente stradale in cui perse la vita Faramita Petre, rumeno di 48 anni. Il cadavere dell’uomo giaceva a poca distanza dall’auto, una Citroen Saxo, risultata rubata il mese prima a Lucera. Da subito gli inquirenti capirono che alla guida del mezzo non poteva esserci la vittima.
Erano, infatti, evidenti sul terreno le tracce lasciate da una seconda persona al volante che poi si era allontanata uscendo dal lunotto posteriore. Attraverso le indagini i carabinieri scoprirono che alla guida dell’auto c’era proprio Florin Pruteanu, figlio del deceduto. La sera stessa i militari riuscirono ad individuarlo in un campo nomadi di via San Severo.
In quella circostanza venne fermato con l’accusa di omicidio stradale colposo. Durante l’interrogatorio fornì una versione dei fatti che non convinse affatto gli inquirenti. Il 25enne raccontò che insieme al padre era a bordo dell’auto, che di lì a breve avrebbero dovuto vendere, e che mentre percorreva quel tratto di strada perse il controllo del mezzo, ribaltandosi più volte. Accortosi che il genitore era morto, in preda al panico scappò via attraverso il lunotto posteriore.
Le successive indagini hanno, dunque,  evidenziato come l’incidente fosse una messinscena e che la vittima non fosse stata sbalzata all’esterno dell’abitacolo ma che era stata volontariamente investita dal figlio. Resta ancora sconosciuto rimane il movente del delitto che, secondo gli inquirenti, era stato pianificato dall’autore nei minimi dettagli.

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