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Foggia, 4 migranti morti nello schianto con un tir: s'indaga per caporalato

All’indomani della tragedia di Castelluccio dei Sauri investigatori nei campi di pomodoro per scoprire se le vittime fossero sfruttate dai caporali. Saranno ascoltati anche i 5 feriti


FOGGIA – S’indaga per accertare se i quattro braccianti di nazionalità africana morti e gli altri rimasti feriti in un incidente stradale nel Foggiano, sulla strada provinciale 105 che collega Ascoli Satriano a Castelluccio dei Sauri, fossero lavoratori assunti regolarmente o invece vittime del caporalato nelle campagne. Gli investigatori stanno appurando in quale area agricola della zona stessero lavorando.
Nonostante le tante leggi e le tante iniziative contro il lavoro nero, nelle campagne nel Foggiano moltissimi braccianti, soprattutto migranti, vengono impiegati irregolarmente nella raccolta del pomodoro e in altri ortaggi. Gli investigatori hanno controllato le campagne della zona alla ricerca di qualche informazione utile per capire qualcosa in più sul lavoro delle vittime. Non è escluso che possano sentire qualcuno dei feriti per approfondire la vicenda.
Una prima ricostruzione della tragedia dice che il gruppo di lavoratori africani stava tornando in città, dopo aver trascorso una intera giornata, sotto il sole cocente, a raccogliere pomodori nelle campagne del Foggiano. Erano su un furgone che, per cause ancora da accertare, è stato travolto da un autotreno carico di pomodori.
Esprimiamo cordoglio e sconcerto per  la morte dei quattro braccianti” dichiara Ivana Galli, Segretaria Generale Flai Cgil. “I braccianti di nazionalità straniera tornavano da una giornata di lavoro nei campi. Aspettiamo di sapere meglio la dinamica dell’accaduto, ma anche questo incidente gravissimo – osserva-  allunga la lista dei morti sul lavoro e delle condizioni di poca sicurezza anche in itinere. Conosciamo bene le campagne del foggiano e la condizione precaria (se non in mano ai caporali) del trasporto di centinaia di lavoratori per i quali torniamo a chiedere un sistema di trasporto pubblico, non solo in nome della legalità ma anche della sicurezza e incolumità dei lavoratori”.

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