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Florida, spari a Jacksonville durante torneo videogame. Almeno 4 morti e 11 feriti

Colpi d’arma da fuoco in un centro commerciale che ospitava la manifestazione


NEW YORK – Quindici colpiti da spari, quattro morti tra cui l’autore dell’attacco. E’ questo il primo bilancio di una sparatoria a Jacksonville in Florida. La strage è avvenuta dentro un centro commerciale e polisportivo affollato, mentre si svolgeva un popolare torneo di videogame, con numerosi partecipanti e spettatori. Alcuni dei presenti sono riusciti a riprendere la sparatoria in un video che è andato in onda sui maggiori network tv, si sentono una dozzina di spari e urla di panico dalla folla.

Jacksonville, spari al campionato di videogame: i colpi e le urla durante la partita

La sparatoria ha riportato alla memoria la strage di Orlando in Florida, che insaguinò la campagna presidenziale del 2016. Cinque mesi prima del voto, nel giugno di quell’anno il 29enne Omar Mateen aprì il fuoco dentro un locale notturno frequentato soprattutto da gay ispanici. Il bilancio fu molto più pesante: 49 morti e 53 feriti. Mateen proclamò la sua adesione all’Isis e quella sparatoria fu identificata come un attentato jihadista. Donald Trump ne fece un tema della campagna accusando Barack Obama e Hillary Clinton di non voler pronunciare le parole “terrorismo islamico”.

Molto più di recente la Florida è stata il teatro di un’altra sparatoria di massa, stavolta in una scuola: il 14 febbraio di quest’anno, la “strage di San Valentino” è avvenuta dentro il liceo Marjory Stoneman Douglas nella cittadina di Parkland. Bilancio: 17 morti e 17 feriti. Da Parkland è partita una mobilitazione tra gli studenti che si è estesa ad altre città americane, con manifestazioni contro le armi che sono arrivate fino a Washington.

La Florida ha una delle normative più lassiste per l’acquisto di armi, ed è anche un bastione della National Rifle Association, la lobby degli armaioli. Nessuna delle stragi degli ultimi anni ha portato a modifiche sostanziali nelle leggi, né a livello nazionale né in singoli Stati.

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