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Firenze, Courtney Love a ruota libera: "Il rock è donna"

La cantante, vedova di Kurt Cobain, ospite di Rockin’ 1000 allo Stadio Franchi. “Nelle band ancora oggi è difficile uscire dallo standard maschile”
Quando è arrivata allo Stadio Franchi per le prove e ha visto schierati davanti a sè 300 chitarre, 250 bassi, 250 batterie e 330 voci, ha avuto quasi paura. “Ma perché mai ho accettato” dice di aver pensato Courtney Love. Poi però il caso ha voluto che in quell’esatto momento i 1500 musicisti di Rockin’ 100 stessero suonando “Smell like teen spirit” dei Nirvana, allora è subentrata la commozione, “non solo per quel pezzo, ma anche per l’entusiasmo di tutte quelle persone, per la carica che ci stavano mettendo, per il senso di comunità ed empatica che mi hanno trasmesso. Perché fra di loro sono rappresentate tutte le età, dai 6 ai 60 anni, e questo ti trasmette una forza innegabile, anche perché tutti mi hanno accolto con grande calore: baci, selfie. In quel momento, ho pensato quanto mi costi caro stare lontano dal pubblico, quanto mi manchi il contatto con la gente nel live”.
Vestita di nero, altissima, biondissima, voce che graffia e occhi sempre pronti a illuminarsi di sorriso, Courtney Love racconta di aver suonato solo una volta con un’orchestra dal vivo e un direttore sul podio, “era a Venezia, ma a condurmi non c’era un maestro come lui” dice indicando Peppe Vessicchio, a capo  sabato 21 luglio al Franchi dei 1500 musicisti, indirizzandogli un applauso. La vedova di uno dei rocker più bravi, belli e maledetti – Kurt Cobain – parla a ruota libera su tutto: sul movimento #metoo che la vede coinvolta, “che auspico porti un cambiamento radicale nella violenza nei confronti delle donne: nel mondo dello spettacolo credo sia molto utile, è tremendo constatate  quante donne sono rimaste incastrate in affari di molestie sessuali, con la conseguenza di una vita distrutta. Per quanto riguarda il femminismo, io sono lo sono sempre stata e ben oltre tutto quello che accade nel mondo di Hollywood”. Anche se nel mondo del rock “il ruolo femminile non è molto cambiato rispetto a quando ho iniziato io. E’ difficile uscire dalla tradizione delle band composte da musicisti uomini, lo standard è ancora quello, il mio augurio è che i gruppi composti da donne riescano a farsi valere e a rialzare le quote rosa”.

E il rock, come sta? “Vive e lotta, e questa iniziativa lo dimostra, come dimostra che anche l’Italia sia un paese rock. Del resto, ci sono band come U2, Colddplay che riempiono gli stadi del mondo, ma anche realtà più di nicchia che fanno parlare di sé. Il rock è inclusione, comunità, è aiutare gli altri, valori che non lo faranno mai morire. Il grunge? Bè, ha regalato alla storia molti classici che stanno attarversando indenni le generazioni, mi sembra continui a vivere nel ricordo e nel contributo che ha dato”. Parte dei proventi del concerto andranno a San Patrignano, “il recupero della tossicodipendenza mi riguarda da vicino, che visto che dai venti ai trent’anni ho fatto uso di droghe. Ero una vera autolesionista, adesso non più. I centri come questo sono importantissimi”. Chissà, magari racconterà anche quel periodo maledetto nel libro che sta scrivendo, “non è semplice per me, tante cose non me le ricordo. E’ stato il mio manager a sollecitarmi a scriverlo, e i miei amici mi stanno aiutando a ricordare tutto quello che mi è capitato. Uscirà in primavera”. Molto più semplice scrivere canzoni, “anche se non esiste un metodo. Ho composto Olympia in cinque minuti, l’ho inserita nell’album all’ultimo momento senza pensare che sarebbe diventata un successo. Certe volte, invece, impieghi mesi perché un pezzo venga fuori”. Tra le star di oggi, ama Lana Del Rey, “dovevamo fare anche una cosa insieme”. E aspetta di veder fiorire Frances Bean, figlia sua e di Kurt Cobain: “Posta sui social tantissime canzoni. Non vuole che parli di lei, ma ne sono orgogliosa. Ha una bellissima voce”. Poi Courtney Love sale su un van nero, per un pranzo sulle colline fiesolane.

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