EXITO STYLE

Fabrizio Corona e il dramma della galera “allungata”: indiscreto, cosa ha convinto i giudici a punirlo

Questa sorta di reality mediatico-giudiziario, sinceramente, inizia ad apparire paradossale. Corona dentro, poi Corona fuori, l’ affidamento terapeutico all’ esterno così può disintossicarsi dalla droga, lui che appare in ogni trasmissione del globo terracqueo a sparar cazzate le più enormi, poi invece torna dentro e anzi, gli tocca riscontare i cinque mesi passati fuori perché non ha fatto il bravo. È vero che pressoché qualunque vicenda legata a condanne e detenzioni e misure alternative e tribunali di sorveglianza, se osservata nel dettaglio e con costanza, risulta spesso intricata e apparentemente contraddittoria (questo per dire che vicissitudini di questo genere non sono certo un’ esclusiva di Corona). D’ altro canto da una parte c’ è lui, l’ ex “re dei paparazzi”, che certo fa nulla per cercare di far dimenticare le gravi accuse che l’ hanno portato al gabbio e ad accumulare un cumulo di pena di oltre otto anni fra estorsione, frode fiscale e quant’ altro – quand’ eravamo giovani e scapestrati ce lo si ripeteva l’ un l’ altro, ci sono situazioni in cui è meglio perlomeno far la mossa di abbassare la cresta, e quelli che invece arrogavano sempre e comunque finivano regolarmente a prender schiaffi da una parte e pure dall’ altra. E però non si può dire che la magistratura non abbia preso particolarmente a cuore la questione: a noi spettatori pare quasi che a Corona siano riservate severità e attenzioni degne d’ un boss vero – in un Paese in cui le sciatterie giudiziarie non sono così rare.

DENTRO E FUORI
La notizia è come detto questa: il Tribunale di sorveglianza di Milano ha annullato il programma di affidamento terapeutico che per Fabrizio Corona era stato confermato nel novembre scorso. In effetti, lui è rientrato in carcere il 25 marzo scorso, quando l’ affidamento in questione era stato sospeso. Ora arriva la revoca definitiva, e riguarda gli ultimi cinque mesi, dunque a partire dal 26 novembre scorso, quando lo stesso Tribunale di sorveglianza gli aveva ribadito la possibilità di restare fuori dal carcere in sostanza per potersi curare dalla dipendenza dalla droga – misura iniziata nel febbraio precedente, e per l’ appunto a novembre confermata nonostante il parere contrario del procuratore generale. Che cosa significa “revoca”? Significa che questi ultimi cinque mesi Corona dovrà scontarli di nuovo, questa volta in carcere. Considerando che mancano ancora sei anni e sette mesi alla conclusione della pena, che però potrebbero ridursi a circa tre anni grazie ai benefici penitenziari concessi per buona condotta, il da poco 45enne potrebbe tornare in libertà non prima del 2022.

Stando a quanto scritto dai giudici nel dispositivo, più che i reiterati rientri a casa oltre l’ orario stabilito, a pesare contro Corona sarebbero state le sue innumerevoli sparate televisive, che tanto hanno contribuito a renderlo ancor di più un personaggio conosciuto, discusso e discutibile, ma peraltro secondo i magistrati rivelano quanto l’ uomo sia rimasto lontano dalla «logica del recupero» alla base della concessione dell’ affidamento terapeutico fuori dal carcere.

VOLONTÀ SCISSA
Come quando, a “Non è l’ arena” del 24 febbraio, si è lanciato in un’ intemerata sul fatto che «la mia pena, che è la più assurda di tutte, mi obbliga a non essere me stesso, perché la morale, soprattutto di un certo tipo di magistratura, mi vuole diverso da quello che sono, altrimenti ti dicono “ti ributtiamo dentro”». Oppure lui, già condannato tra le altre cose per estorsione per quelli che furono considerati fotoricatti ai danni di alcuni vip, che durante la trasmissione “L’ isola dei famosi” sbatte in faccia al cantante Riccardo Fogli il presunto tradimento della moglie con toni certo poco simpatici: un’«aggressione alla sfera privata» – scrivono i giudici – che non si rivela «conforme alla logica del recupero».

In realtà, quando a novembre fu respinta la richiesta del pg di rimandarlo in carcere, il Tribunale di sorveglianza rimarcò come Corona stesse effettivamente progredendo nel percorso di recupero. E però adesso il quadro pare mutato, poiché – sempre a giudizio dei magistrati – «non mostra alcuna revisione critica», di fatto «scisso tra una concreta e perseguita volontà di cambiamento eduna sorda, profonda resistenza». Risultato: questi cinque mesi non valgono, Corona li deve scontare in cella. Brutta botta. I suoi avvocati assicurano che presenteranno ancora domanda per l’ affidamento esterno al carcere. Ma il Corriere, citando fonti vicine all’ ex paparazzo, lo descrive «davvero a terra».

di Andrea Scaglia

fonte_: liberoquotidiano

POST A COMMENT