“Ciao Silvia, quello che mi hanno fatto questa volta è peggio di tutto quello che ho subito dal 2005”. Comincia così la lettera di Fabrizio Corona a Silvia Toffanin, conduttrice di “Verissimo”, nella quale il fotografo, dal carcere di San Vittore, annuncia l’inizio dello sciopero della fame e si dichiara “disposto a tutto” per far emergere la verità, la sua verità. Anche a morire di stenti. Lo scorso 13 settembre  Corona si era visto respingere dal magistrato di sorveglianza di Milano la sua richiesta d’affidamento in prova in una comunità. “Sciopererò fino a quando non mi verrà fissata un’udienza nella quale verranno riconosciuti i miei diritti e la libertà che mi spetta. Il giudice che mi ha assolto nelle motivazioni della sentenza già depositata e non letta dal magistrato di sorveglianza, dichiara che non sono un soggetto pericoloso, che non ho mai vissuto dei proventi dei reati e che non sono un delinquente professionale, anzi, che ho gestito bene la mia immagine”. Secondo Corona, il magistrato di sorveglianza ha rigettato l’istanza “senza aver letto niente di tutto quello che aveva richiesto il giudice , comprese le motivazioni della sentenza di giugno e comprese le motivazioni positive del carcere e di tutti gli operatori, dichiarando “scandalosamente” che sono un soggetto pericoloso e non merito – dopo un altro anno di galera – la libertà. Ovvero l’opposto del giudice”. Il fotomodello fotografo fa autocritica: “Ho sbagliato, ma in passato, e ho già fatto il mio percorso per tornare libero, ma come dice Papa Francesco “Quando uno si macchia è difficile smacchiarsi”.