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Eni-Saipem, assolto Scaroni per le tangenti in Algeria

Condannati invece per corruzione internazionale gli ex vertici Saipem, Pietro Tali, Pietro Varone e Alessandro Bernini


MILANO – Si salvano l’Eni e i suoi manager, ma soccombe la controllata Saipem nel processo per il caso delle presunte tangenti pagate all’ex ministro dell’Energia algerino e al suo entourage in cambio di appalti per lo sfruttamento di giacimenti petroliferi nel Paese africano. Come a dire che una società non poteva sapere quello che faceva l’altra, sebbene sua controllata. Il Tribunale di Milano ha infatti assolto l’ex ad di Eni e attuale presidente del Milan Paolo Scaroni e Antonio Vella, manager di Eni, nonché lo stesso gruppo petrolifero italiano per la responsabilità degli enti. Il Pm di Milano Isidoro Palma aveva chiesto per Scaroni la condanna a 6 anni e 4 mesi, per Vella a 5 anni e 4 mesi e per l’Eni una sanzione pecuniaria di 900mila euro.

Gli stessi giudici hanno invece condannato l’ex presidente e ad di Saipem Pietro Tali a 4 anni e 9 mesi, l’ex direttore operativo di Saipem in Algeria Pietro Varone a 4 anni e 9 mesi, l’ex direttore finanziario prima di Saipem poi di Eni Alessandro Bernini a 4 anni e un mese e Farid Bedjaoui a 5 anni e 5 mesi, Samyr Ouraied a 4 anni e un mese e Omar Habour a 4 anni e un mese. Bedjaoui è considerato il fiduciario dell’allora ministro algerino dell’energia Chekib Khelil, Ouraied a sua volta fiduciario di Bedjaoui mentre Habour per l’accusa è il presunto riciclatore delle tangenti pagate in Algeria dal gruppo italiano. La condanna è stata decisa per l’accusa di corruzione internazionale in merito ad alcuni contratti ottenuti da Saipem in Algeria. Invece, gli stessi imputati sono stati assolti dall’accusa relativa a presunte irregolarità nell’operazione First Calgary. Saipem, imputata per la 231/2001, è stata condannata a una sanzione pecuniaria di 400mila euro e alla confisca di oltre 197 milioni di euro, considerato il valore della presunta tangente pagata in Algeria.
Al centro della vicenda vi è l’acquisizione dal 2007 al 2009 di sette contratti d’appalto in Algeria del valore complessivo di 8 miliardi di euro per i quali, secondo la procura, sarebbero stati versati quasi 198 milioni di euro a pubblici ufficiali algerini attraverso consulenze fittizie e sovrafatturazioni. “Sono felice della decisione del Tribunale di Milano. Devo dire che sono sempre stato sereno e ho sempre avuto fiducia nel lavoro dei giudici. Del resto questa sentenza si pone in continuità con quella di non luogo a procedere del GUP di Milano che già mi aveva assolto sulla stessa vicenda”, così ha commentati Paolo Scaroni l’assoluzione da parte del Tribunale di Milano sulla vicenda Saipem Algeria.

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