Movimento 5 Stelle primo partito in regione, boom della Lega Nord. A Bologna Casini in testa al Senato. Camera, Franceschini sconfitto nella sua Ferrara.Risultato clamoroso in Emilia Romagna: la storica roccaforte della sinistra, che nonostante qualche crepa mai nel Dopoguerra aveva abbandonato il Pci e i suoi eredi (Pds, Ds, Pd) è crollata. L’esito del voto del 4 marzo,a scrutinio ormai in fase avanzata, consegna il primato alla coalizione di centro destra, nettamente in testa grazie all’enorme balzo in avanti della Lega Nord, e vede il Movimento 5 Stelle in lieve vantaggio sul Pd come primo partito. Chi pensava di aver visto tutto nel 1999, quando Giorgio Guazzaloca divenne il primo (e sin qui unico) sindaco di destra di Bologna, in realtà non aveva ancora visto niente.
Il risultato più impressionante è l’ondata della Lega Nord, che moltiplica per 6 il suo consenso: 19,92%, contro il 2,6% del 2013. Il partito di Salvini è la colonna portante del centro destra, che grazie a questa affermazione (corroborata dal 10,12% di Forza Italia, dal 3,35% dei Fratelli d’Italia e dallo 0,59% di Noi per l’Italia (la cosiddetta quarta gamba centrista) è la prima coalizione con il 33,6%.
Fa il percorso inverso il centro sinistra: 30,25% complessivo, con il Partito Democratico al 26,12 (nel 2013 aveva il 37%), la lista Bonino al 2,9%, Insieme (gli ulivisti) allo 0,73% e i centristi della Lista Lorenzin allo 0,55%. Complessivamente, ma allora c’era anche Sel, cinque anni fa il centrosinistra in regione aveva ottenuto il 40,2% dei voti. Un balzo indietro del 10 per cento, assai poco mitigato dal 4,2% a cui si ferma la lista dei fuoriusciti dal Pd, Liberi e Uguali.
Salvo ribaltamenti nelle ultime sezioni, il Pd perde anche la palma di primo partito. In testa, seppur di poco, c’è infatti il Movimento 5 Stelle, con il 27,57% dei voti. Nel 2013 si era fermato al 24,6 per cento.
I collegi uninominali.
La sfida più attesa è quella per il Senato a Bologna, dove il centrosinistra candida Pier Ferdinando Casini. L’ex leader dell’Udc a metà dello spoglio è in vantaggio con il 33,59%, tallonato dalla semisconosciuta Elisabetta Brunelli, del centro destra, con il 28,65%, e da Michela Montevecchi, dei 5 Stelle, con il 26,05%. L’ex governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani, candidato con Liberi e Uguali, si ferma al 7,23%.
Sconfitta bruciante invece, alla Camera, per Dario Franceschini. Il ministro della Cultura, candidato nella sua Ferrara, si ferma al 29,25%, superato nettamente da Maura Tomasi, del centro destra (39,5%). Terzo, il pentastellato Mauro Falciano, col 24,78%.
Tornando alla Camera, a Bologna città la spunta Andrea De Maria (Pd), col 37,34%, davanti alla leghista Paola Scarano (26,77) e ad Alessandra Carbonaro (M5S, 21,43%).
Il sacrificio del Pd a favore degli alleati di centro, oltre che nel seggio senatoriale di Casini, funziona anche a Modena: qui la spunta la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, con il 37,16%, davanti a Ylenia Lucaselli, centrodestra, col 26,90%, e a Enrica Toce (M5S) col 26,49%.
Crolla invece la diga del Pd a Rimini. Alla Camera, Sergio Pizzolante arriva addirittura terzo, col 26,05%, dietro alla vincitrice Elena Raffaelli, centrodestra, col 35,22%, e a Giulia Sarti, M5S, col 31,84%.
L’affluenza.
Il dato sull’affluenza è del 78,21% in Emilia Romagna e dell’80% in provincia di Bologna. Nella provincia di Bologna ha votato il 78,56%, nel Comune capoluogo il 75,87% (quasi il 5% in meno rispetto alle politiche del 2013, quando votò l’80,62%). Massima affluenza in provincia a Sala Bolognese (85,29%). Il Comune che ha partecipato maggiormente in regione è quello di Albinea (Reggio Emilia) con l’84,95%.
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