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Elogio del design imperfetto

Fin dall’antichità nella cultura occidentale viene enfatizzato il concetto di perfezione inteso come il “valore assoluto”, passando dalla sfera filosofico-metafisica a quella morale, fino a contaminare i canoni estetici. Basti pensare ai princìpi impartiti dai Padri greci, alla filosofia di Parmenide e Aristotele, al canone di Policleto e all’uomo Vitruviano; fondamenti che attraversano le epoche per farsi capisaldi del linguaggio contemporaneo. Secoli di storia ci hanno fatto affezionare all’idea di dover essere perfetti, tanto da non ammettere deviazione alcuna; i corpi statuari di un tempo scolpiti nella pietra si ritrovano oggi sulle copertine delle riviste, e ancora, oggetti assoluti, magnifici e lucenti sono di consueto utilizzo ed enunciano la struggente mania di voler risultare impeccabili ad ogni costo.

Kintsugi Seletti

Quella della perfezione è sicuramente una bellissima fiaba governata da un incantesimo che in epoche recenti sta perdendo carica in favore di una bellezza più autentica. Solchi, rughe, graffi e venature si trasformano in aspetti preziosi, densi di esperienza da esaltare. Questo fenomeno, decisamente in voga nell’ultimo periodo, affonda le radici nel maestoso Sol Levante dove parole come Wabi Sabi e Kintsugi determinano la qualità non solo degli oggetti ma della vita stessa.

L’arte dell’accettazione, del transito naturale e la percezione della caducità confluiscono al diffondersi di una disciplina autentica; la perfezione viene riconosciuta in una falla o in una frastagliatura, simboli e artefici di una bellezza romantica e fuggente, lontana da canoni prestabiliti. Il difetto non è più un disvalore da nascondere, le crepe dei cocci rotti vengono esaltate con polveri preziose, la vita degli oggetti evolve, si espande e di conseguenza ne accresce soprattutto il valore emotivo.

Ecco 5 capolavori che esaltano l’autenticità della materia

1-Punch e Scar di Manfredi Living

I vasi della collezione Manfredi Living trasmettono energia pura; gli equilibri della bellezza classica vengono sconvolti e reinterpretati in una sorta di ricercata imperfezione, sinonimo di un accaduto che regala ai sensi libera interpretazione.

Punch Blue di Manfredi Living

2-Kintsugi Marcantonio per Seletti


Cocci di stoviglie che a prima vista sembrano assemblati casualmente e stili diversi che convivono armoniosamente in un unico servizio, probabilmente questo il segreto per una collezione fresca e dirompente.


Chiaramente ispirato all’arte Giapponese del Kintsugi il servizio da tavola di Seletti è decorato con venature in oro ventiquattro carati che conferisce agli oggetti maggior pregio e autenticità.

Kintsugi Plate Marcantonio per Seletti

3-Bioma di Verter Turroni per Imperfetto Lab


Al confine tra arte e design, la seduta realizzata in vetroresina e metallo rappresenta la fusione tra il mondo naturale e quello artificiale. Un pezzo unico nel suo genere e prodotto in tiratura limitata, consolidato da un’attenzione ai dettagli propria della lavorazione artigianale.

BIOMA, design Verter Turroni 2016

4-Una seconda vita di Paolo Ulian


Un oggetto dalle mille opportunità quello di Paolo Ulian, pensato per essere riutilizzato in caso di rottura. La superficie è decorata da piccoli fori che si sviluppano creando forme geometriche capaci di svincolarsi dall’articolo ed assumere un utilizzo indipendente.

Una seconda vita Paolo Ulian

5-Dakka di Catia Salci per Cappellini

Il mobile contenitore le cui ante sono decorate per ricordarci le increspature ed il tumulto del mare. Di un blu intenso e profondo, l’arredo ideato da Catia Salci, è ispirato all’estetica di Alberto Burri: la materia viene plasmata dall’uomo fino a raggiungere l’ultimo stadio, apparentemente definitivo.

Cappellini Dakka Salci

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