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Diminuiscono le aziende in provincia di Lecce


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Inversione negativa di tendenza o semplice “normalizzazione” del numero delle imprese attive in provincia di Lecce, dopo la costante crescita degli ultimi mesi? Quel che è certo è che il nuovo anno non si è aperto nel migliore dei modi. La galoppante inflazione, causata dell’aumento esponenziale dei prezzi del carburante e delle materie prime, ha determinato la chiusura di tante attività: più di 200 quelle “scomparse” nell’ultimo bimestre, nella sola provincia di Lecce, quale saldo tra le nuove iscrizioni e le cancellazioni dal Registro imprese della Camera di

Commercio di Lecce. È quanto emerge dal nuovo studio condotto dall’Osservatorio Economico Aforisma, diretto da Davide Stasi .

In appena due mesi, dal 31 dicembre 2021 al 28 febbraio scorso, il numero delle aziende attive è sceso da 65.966 a 65.760. Si sono perse, dunque, 206 attività, pari a un tasso negativo dello 0,31 per cento. “Nello stesso periodo dell’anno scorso, ovvero il primo bimestre 2021, invece, il numero di imprese era cresciuto e tale andamento positivo proseguì per tutto l’anno – ricorda Davide Stasi – È stato un anno di

forte ripresa su tutti i fronti. I principali indicatori economici hanno registrato performance straordinarie ma ora pesano le tante incognite per il futuro, a partire dalle conseguenze imprevedibili che potrà avere la guerra in corso. Il conflitto ucraino, infatti, ha già avuto pesanti ripercussioni, dirette ed immediate, sulla bilancia commerciale della provincia di Lecce, tanto sulle esportazioni quanto sulle importazioni. I

settori più penalizzati – sottolinea Stasi – sono le attività commerciali diminuite di 112 unità: da 21.262 a 21.150, pari a una flessione dello 0,53 per cento. Seguono le attività manifatturiere scese di 38 unità (da 5.372 a 5.334, pari a una flessione dello 0,71 per cento) e le attività agricole calate di 27 unità (da 9.440 a 9.413, pari a una flessione dello 0,29 per cento). A seguire gli altri comparti con quote via via

decrescenti”.

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