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Di Maio: “Reddito di cittadinanza al via da marzo. Se non è coraggioso, non votiamo il Def”

Il vicepremier accelera sul contributo universale e sull’abolizione delle pensioni d’oro. E attacca il Pd: “Ha lasciato il paese in macerie”


ROMA –  “Da metà marzo 2019 saranno avviati i centri per l’impiego con il reddito di cittadinanza erogato”. Lo ha detto il vicepremier, Luigi Di Maio, a Porta a Porta. Non solo: parlando con i ministri M5s, il leader grillino avrebbe aggiunto che il suo partito non voterà una nota al Def non coraggiosa, che non contenga appunto il reddito di cittadinanzia, la pensione di cittadinanza, quota 100 e il risarcimento dei truffati dalle banche. “Quello che stiamo facendo nella legge di Bilancio è fare scelte coraggiose”, ha detto il ministro dell Sviluppo Economico da Vespa. “Quando non siamo d’accordo discutiamo e ci facciamo un po’ di opposizione tra di noi, visto che l’opposizione non è granché”, ha ironizzato riferendosi ai contrasti con la Lega. “Alla Lega credo faccia bene stare lontano da Berlusconi perché quando era con Berlusconi stava sotto il 20%”.

“Il Pd ha lasciato il paese in macerie”

Dopo le già dure critiche di ieri contro il Jobs Act, oggi il vicepremier era anche tornato all’attacco del Pd, accusandolo di aver “lasciato il Paese in rovina”. E sul blog delle Stelle aveva risposto al segretario dem Maurizio Martina, che questa mattina aveva scritto su Twitter: “Assassini politicì. Così ci chiama Di Maio. Non c’è limite al peggio nello loro arroganza al potere. Governano con odio e rancore. Non cercano soluzioni ma il nemico. Così si distrugge il Paese. Anche per questo domenica saremo in piazza a Roma”.

Pronta la replica di Di Maio: “Il segretario reggente del Pd è libero di offendersi se io dico la verità, ma per troppo tempo al popolo sono state raccontate solo balle. Hanno raccontato agli italiani che tutto andava bene e invece li stavano spingendo sempre più verso l’orlo del baratro. Ora gli assassini politici dei diritti degli italiani devono fare i conti con la realtà e con la verità”.

“Chi ha distrutto il Paese mettendolo in ginocchio, perdendo completamente la propria credibilità, dovrebbe avere l’umiltà di interrogarsi per capire dove ha fallito. Ci hanno lasciato l’Italia in macerie, un Paese in cui si sono sempre tutelati gli interessi delle lobby e non quelli dei cittadini. Noi lo stiamo rimettendo in piedi”, sottolinea. “Se anziché frequentare le piazze vuote e dedicarsi alla lettura dei giornali andassero di più nelle fabbriche, nelle scuole e tra gli imprenditori allora potrebbero iniziare a capire davvero cosa vogliono gli italiani: un futuro libero dagli intrallazzi dei partiti dove al primo posto viene la loro vita”.

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