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Davide Buccheri il libro che parla dell’ombra della recessione

I mercati azionari costituiscono certamente una parte fondamentale dell’economia moderna.
Per un investitore interessato a far crescere il proprio capitale, storicamente, i listini aziona risono da sempre stati un’importante componente dei loro portafogli, combinando elevate
possibilità di crescita del capitale con pagamenti di dividendi spesso a livelli assai attraenti.
Queste caratteristiche hanno reso le azioni ancora più interessanti negli ultimi anni, in
considerazione delle cedole praticamente inesistenti nei mercati obbligazionari, con
rendimenti alla scadenza nulli, o addirittura negativi.
Alla luce di ciò, un investitore che voglia raggiungere i propri obiettivi di investimento dovrà
senza dubbio impiegare una parte considerevole del proprio capitale in questi mercati.

alla crisi finanziaria del 2007, ci siamo trovati in un ambiente con tassi estremamente bassi. Alla luce di ciò, sarebbe normale aspettarsi un forte aumento dell’indebitamento.

Questo non è però quello che abbiamo visto negli Stati Uniti, dove l’indebitamento dei consumatori è addirittura sceso negli ultimi 10 anni. Abbiamo discusso delle possibili cause dietro a questo trend e delle sue conseguenze con Davide Buccheri, un esperto di mercati di capitali.

Non è una grossa sorpresa che l’indebitamento totale sia sceso. I livelli che avevamo visto attorno al 2005-2010 erano indicativi di una bolla, ed è quindi normale che, dopo il suo scoppio, assistiamo ad una riduzione dell’indebitamento. Quello che trovo sorprendente è che il livello di indebitamento è sceso sotto i livelli del 1984.

E’ normale anche che l’indebitamento sia in discesa durante una fase di espansione economica. Durante un periodo del genere, infatti, i prezzi dei beni tendono ad aumentare e i redditi a salire, andando quindi a ridurre il peso del debito. Rimane comunque sorprendente il passo a cui sono scesi. Ad oggi, il debito ha in media un valore del 13.9% dei beni di un Americano. Questo significa che molte poche persone hanno mutui, in quanto questo tipo di prestito porterebbe facilmente questo rapporto al 50-60% minimo.

Davide Buccheri non è però certo se questa sia una cosa positiva o negativa. “Ci sono sicuramente degli aspetti molto positivi legati a questa situazione. Ovviamente un basso tasso di indebitamento rende i consumatori molto più forti durante una recessione, riducendo sostanzialmente i rischi per l’economia. Vi sono però anche degli aspetti negativi. Prima di tutto è necessario capire perché la gente non si stia indebitando: è dovuto alla loro volontà, o all’impossibilità di accedere al mercato? Inoltre, la bassa quantità di debito indica la presenza di difficoltà nel sistema finanziario. Ci troviamo in un periodo in cui la Fed ha iniettato quantità enormi di liquidità nei mercati e, nonostante ciò, le banche non sono in grado di far circolare questa moneta.

La cosa più chiara che mostra questo grafico è che le politiche della Fed hanno portato ad una liquidità fittizia. C’è molta moneta sul mercato, ma questa non gira. Da un lato, i repo market sono completamente bloccati e necessitano di interventi costanti da parte della Fed per poter operare. Dall’altro lato, la moneta presente non viene prestata e quindi non rientra in circolo nell’economia. Non vorrei trovarmi nei panni della Fed sinceramente, perché non saprei davvero come forzare un cambio di trend in queste circostanze.

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