Crisi di Governo, oggi maxi-tavolo: Renzi non scioglie “nodo” Conte

Entro domani, martedì 2 febbraio, il Presidente della Camera Fico – al termine della difficilissima missione di “esploratore” – è atteso al Colle dove riferirà al Presidente della Repubblica Mattarella l’esito delle consultazioni di questi giorni. Al momento, tutti gli scenari restano aperti per una crisi il cui esito si deciderà al fotofinish.
Matteo Renzi non ha ancora dato semaforo verde all’indicazione di Giuseppe Conte come futuro presidente incaricato e da Italia Viva ribadiscono che, per ora, non intendono fare nomi). C’è poi da superare lo scoglio programma.
“Dagli incontri con le forze politiche è emersa la disponibilità comune a procedere su un confronto sui temi e punti programmatici per raggiungere una sintesi”, ha detto ieri il Presidente della Camera, Roberto Fico, al termine delle consultazioni convocando per la mattinata di oggi, alle 9.30, un maxi-tavolo tecnico di maggioranza per scrivere il contratto di governo. Non ci saranno i leader, i partiti indicheranno almeno due rappresentanti ciascuno.
I nodi da sciogliere riguardano, in particolare, Mes e recovery, oltre e temi di economia e giustizia. In quella che è ormai diventata una partita a scacchi, tutti gli scenari restano sul tavolo mentre il tempo stringe.
Secondo quanto riferisce oggi Dagospia, sull’agenda del Capo dello Stato non ci sarebbe spazio per la parola “elezioni”, uno scenario che farebbe piombare il Paese in uno stato di incertezza impossibile da sostenere, in piena pandemia e con la necessità di accelerare sul Recovery Plan per mettere le mani sul tesoretto in arrivo dall’Europa.
Il Conte- Ter, ad oggi, avrebbe un 30/40% di possibilità di successo ma secondo alcune indiscrezioni stampa Renzi lavora su un doppio binario: da un lato avrebbe chiesto la testa di più di qualche Ministro (tra i quali anche quello dell’Economia Gualtieri che però nelle scorse ore ha incassato l’endorsement pesante del Presidente di Confindustria Bonomi che lo ha blindato) dall’altro l’inserimento di alcuni fedelissimi, Boschi in testa.
Ecco, dunque, che torna in pista l’ipotesi di un Governo “Ursula” con Mario Draghi Presidente del Consiglio e l’appoggio di Berlusconi.
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