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Crisi di Governo e prospettive future

Qualcuno inizia a pensare che il 2021 non sia iniziato affatto sotto una buona stella. C’è l’emergenza sanitaria da Covid19 ma la primula al momento non è sbocciata e il ministro di Potenza eletto a Piacenza non è più il simbolo della speranza perché le vittime aumentano e non ci sono già abbastanza vaccini, specie per il richiamo programmato. Dell’emergenza economica paresi interessi solo l’opposizione, mentre il Governo continua a colorare l’Italia di giallo, rosso e ……

Più di trecentomila aziende chiudono battenti e altre sfidano il Premier mantenendo aperte le loro attività oltre l’orario consentito: come il Governo, anche i commercianti devono tirare a campare.

Infine, c’è la terza emergenza, quella che in pochi attribuiscono  all’ex Premier toscano (salvo M5S e PD) che finalmente ha capito con chi doveva misurarsi in questa strana legislatura.

L’emergenza politica è in atto e forse solo martedì sera sapremo se non ci sarà anche un’emergenza istituzionale. Tutto dipende dai renziani che potrebbero astenersi dal voto, riavvicinandosi così al Premier, ma dimostrando ancora una volta di tirare il sasso e nascondere la mano. Dall’altra parte ci sono quelli che una volta erano i voltagabbana e oggi sono i “responsabili” che garantirebbero la sopravvivenza dell’esecutivo con la benedizione della CEI. Il vuoto di una classe dirigente, i troppi DPCM per lo stato di necessità creato dal virus, le riforme della giustizia, della pubblica

amministrazione, insieme all’economia della conoscenza, le infrastrutture ferme (nonostante la prova di forza del ponte di Genova), le periferie abbandonate, gli studenti che vogliono tornare in classe mentre insieme ai professori impazziscono davanti ad un piccolo schermo per molte ore al giorno e a spese dei genitori sono alcuni dei punti deboli del Governo bis. Chissà se Mattarella stia pensando addirittura a un ter? Mentre a Bruxelles si parla di Next Generation EU, gli italiani

aspettano di conoscere gli obiettivi del Governo per la modernizzazione, la digitalizzazione, la rivoluzione green per l’Italia e il PNRR è già vetusto anche se viene mutato di giorno in giorno e non sembra avere effetti macroeconomici nell’imminente futuro. E’ stata questa la ragione per cui il senatore fiorentino ha lanciato l’ aut aut al Premier e ha ritirato due ministri e un sottosegretario.

Sarà vero che non è attaccato alle poltrone? A Matera un tempo c’erano i divani, mentre a Roma ci sono ancora le poltrone! E’ chiaro l’immobilismo di un Premier non eletto e quello di un ex leader del movimento più suffragato a marzo 2018 e che oggi dovrebbe curare la politica estera. Né possiamo minimamente paragonare l’attualità a quello che successe trent’anni fa, quando Andreotti perse cinque ministri del suo governo e decise di tirare a campare per non tirare le cuoia. Erano altri

tempi e c’erano altri uomini. Oggi il leader di un neo partitino del 2% potrà fare la storia? A martedì l’ardua sentenza. Gli italiani prendono atto che il Parlamento è fermo non certo per colpa della pandemia; che i partiti sono sempre più deboli; che non si sa ancora come votare i prossimi 230 deputati e 115 senatori, non conoscendo neppure i collegi, ma sapendo già che il taglio dei parlamentari non consentirà certo alcun risparmio alle casse del Paese. Nessuno vuole andare al voto, il M5Sin primis e si trincerano tutti dietro la pandemia (in varie parti del mondo hanno già votato e voteranno nell’anno in corso); in Italia si è già votato in situazione simile nel 1992, 2006 e 2013. Se nessuno vuole fare posto al prossimo, vuol dire che governare non è rendere un servizio al Paese. A molti sta bene lo Stato di crisi che dura ormai da quindici mesi e lo scontro con le Regioni è già in atto, vedasi le riaperture delle scuole che l’attuale Governo ha chiuso ormai dal 4 marzo

pensando solo alla DAD, ai banchi a rotelle, dimenticandosi dei trasporti e scaricando le sue responsabilità su dirigenti scolastici, docenti e famiglie. Infine scoppia la protesta per i siti di stoccaggio delle scorie nucleari. Qualcuno ha già dimenticato che da noi le scorie non si sotterrano, si Scanzano! Il M5S ha perso il suo appeal ed è costretto ad andare a braccetto con il PD, che grazie al Governo bis è tornato a respirare e a Roma non vuole certo mollare la poltrona, perché una seconda sconfitta elettorale sarebbe difficile da digerire. Ciò consente a M5S e PD di nascondersi dietro a un virus, dimenticandosi della democrazia, della rappresentanza e della rappresentatività del Parlamento. Il Premier è l’unico soggetto popolare ed è il solo il punto di forza di questo Governo bis che ha lasciato Salvini in mezzo al mare e si è aggrappato al Nazzareno, senza alcuna legittimazione popolare e senza una sua maggioranza, nonostante la crisi che va avanti da mesi ormai. Speriamo solo che il Paese non sia ancora una volta sotto scacco delle ambizioni dei suoi

protagonisti e il Premier non si nasconda dietro una “ siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude” e gli è dolce“il naufragar in questo mare”.

                                                                                                                                                          Pierluigi Diso

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