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Crisi, Cabras: “Da noi nessun ultimatum a Conte, ma serve nuova direzione politica per M5S”

Mentre il governo è impegnato nella ricerca dei “costruttori”, 13 parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno presentato un documento in cui una nuova direzione politica, un nuovo contratto di governo e proposte programmatiche. “Nessun ultimatum- dice Pino Cabras – confermo la fiducia a Conte ma serve un cambio di passo”.

Il documento è stato presentato durante l’assemblea notturna di giovedì da Pino Cabras assieme ad altre firme di eletti del movimento, tra cui 5 senatori (Luisa Angrisani, Margherita Corrado, Mattia Crucioli, Bianca Laura Granato e Orietta Vanin). Nomi che potrebbero essere determinanti quando martedì il premier Conte si presenterà a Palazzo Madama.

L’iniziativa ha mandato su tutte le furie il capo politico facente funzione, Vito Crimi, che teme l’ultimatum di una nuova fronda. Ma Cabras risponde con un post su Facebook:

“Renzi lunedì toglie la fiducia a Conte, ma io gliela confermo”.

La carta chiede un reset dei vertici per legittimare pienamente le trattative e compattare il movimento e presenta una serie di proposte, dal No assoluto al Mes ad una moneta complementare all’innovativa “partita Iva di cittadinanza”. Sputnik Italia ha intervistato Cabras per un approfondimento.

— Nel suo post ha scritto che il documento è stato percepito come un “prendere o lasciare“. Invece…

— Il documento è propositivo, ma è stato percepito come un ultimatum per  il taglio dato dalla prima agenzia di informazione che lo ha lanciato. Noi non abbiamo  attaccato il presidente del Consiglio Conte. Abbiamo detto che nella nuova fase, aperta dalla fuoriuscita di Italia viva, bisognerà fare un ragionamento per la fine della legislatura e in questa prospettiva  proporre dei punti programmatici molto forti e di grande spessore, come il No al Mes, un’idea di uso del Recovery Fund che non si affidi a prestiti europei ma punti di più sui titoli di stato italiani e altre misure legate alla crisi Covid.

— Vito Crimi ha avuto una reazione forte, anche riguardo le tempistiche: perché adesso?

— Forse perché abbiamo sollevato noi una questione di tempistica. Lui è il capo politico facente funzione, quando lo statuto prevede un tempo di soli trenta giorni. Quindi abbiamo chiesto che per fare le trattative, proprio perché serve adesso fare una piena, sarebbe ora che si definisse la nuova direzione politica del Movimento 5 stelle.

— La fiducia al premier Conte è assoluta o ponete delle condizioni?

— Chi toglie la fiducia in questo momento è Renzi, è lui che fa questo atto improvviso e anche abbastanza irresponsabile. Noi lunedì e martedì, al voto in camera e senato, voteremo la fiducia alle dichiarazioni di Conte. Chiaramente se si apre una crisi di governo, in cui entrano altre forze politiche, bisognerà negoziare un po’ di cose. E quindi proponiamo che il M5S sia fermo su punti molto importanti.

— Un documento in dissenso con i vertici del movimento non rischia di essere inteso come un segnale di debolezza e accelerare la crisi di governo?

— Io dico che non è un elemento di debolezza. Siccome si fa appello alla compattezza, quando si fanno appelli di questo tipo, bisogna che si ascoltino tutti, cosa che negli ultimi tempi non è stata fatta. Io vorrei ricordare nel voto di dicembre, avevo detto: “ci state mettendo davanti a una crisi di governo minacciata da Renzi e il Mes. Alla fine scegliete il Mes ma avrete la fine di governo”. Avevo fatto questa previsione. E si è puntualmente verificata.

Il documento

— Quali sono i punti chiave e l’obiettivo politico che intendete raggiungere?

— Il problema che si troverà ad affrontare l’Italia nei prossimi mesi è una gravissima crisi economica, legata alla crisi sanitaria, che colpirà milioni di famiglie in un modo mai visto prima. Quindi bisogna preparare gli strumenti per reagire, tra cui una sorta di moneta complementare, che immetterà liquidità nel sistema per 100 miliardi l’anno.


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AFP 2020 / Andreas Solaro

— Una delle novità proposte è “partita Iva di cittadinanza”. Di che si tratta? 

— Al di là del nome di una misura del M5S che ha avuto un discreto successo, noi vogliamo affermare che il sostegno all’impiego deve valere anche per l’auto impiego. In un Paese in cui è difficilissimo aprire un’impresa o una partita Iva perché ci sono troppe tasse, la nostra proposta cerca di individuare un meccanismo di esenzione fiscale che favorisca la nascita delle imprese.

— Una serie di agevolazioni fiscali può bastare per rilanciare le imprese o prevedete anche un certo grado di pianificazione per la creazione di aziende in determinati settori strategici?

— Noi salutiamo come un fatto positivo che con il Recovery Fund ritorni nel dibattito pubblico il tema della programmazione economica che per anni era stato dimenticato in nome di ideologie che considerano impossibile per lo Stato creare grandi programmi economici. Noi pensiamo che con il Recovery Plan si possano programmare e coordinare le risorse. Ad esempio una delle proposte che facciamo è un grande piano di impiego di giovani nel settore dei servizi ambientali per mitigare il dissesto idrogeologico.

— Contrari al Mes sino alla fine. Perché e credete che il M5S possa mai cedere su questo punto?

— Noi abbiamo raccolto i voti che ci hanno portato in parlamento, in questa misura così grande con un terzo dei parlamentari, dicendo che volevamo cambiare le regole dell’Europa, tra cui quella del Mes, che dicevamo fosse da smantellare. Adesso si arriva all’idea di una riforma, ma questa deve avvenire di pari passo ad altri strumenti, come l’unione bancaria e come un sistema di garanzia europeo.

Se si fa da solo, il Mes sarà uno strumento che mette nelle mani di un’agenzia del Lussemburgo il destino di un’intera nazione.

— Perché ci sono forze impuntate sul Mes quando ci sono tassi di interesse negativi sui titoli di Stato?

— Credo che la ragione sia da individuare nello storico legame di un pezzo delle classi dirigenti italiane con l’idea che ci debba essere un vincolo esterno per l’Italia. Pensano che se l’Europa ci dice di fare “i compiti a casa”, cioè tagliare ospedali, stipendi o pensioni, il Paese sarà più virtuoso e degno di stare nel consesso europeo. E questa cosa va bene ad una parte delle classi dirigenti italiane che maneggia quelle risorse e impone un potere al Paese, anche questo se comporta delle misure che sono un danno per interi ceti sociali.

— Proponete un nuovo contratto di governo. Cosa va dentro?

— Dovrà stabilire delle regole certe fra i contraenti per evitare sorprese e minacce di crisi di governo intorno al Mes, e per stabilire in modo certo il programma da realizzare.

La crisi di governo

— Molti italiani se lo stanno chiedendo: quali sono le vere ragioni della crisi?

— Renzi  ha inventato dal nulla un partito che oggi viene accreditato più o meno del 2%. Fa un calcolo molto cinico, a mio avviso, di voler essere il leader di un’area di centro e il presidente Conte esercita un certo fascino del tradizionale elettorato moderato. Lui vuole eliminare un pericoloso concorrente nell’area di centro, perché finché c’è Conte per Renzi non ci sono spiragli.

— Alcuni politologi come ad esempio Giannuli avevano avanzato l’ipotesi che Renzi potrebbe mirare a diventare segretario generale della Nato. Lo ritiene plausibile?

— Se guardo alle amicizie tradizionali di Renzi non lo escludo, perché era in buoni rapporti con l’amministrazione Obama di cui Biden era vicepresidente. Quindi ha uno sponsor potenzialmente forte che potrebbe portarlo a quel ruolo. Però non è subito che avviene questa cosa, nel frattempo potrebbe logorarsi.

— Come andrà a finire?

— Ho l’impressione che in parlamento si troverà una maggioranza. Però c’è da dire che è un periodo di crisi anche per chi ha le sfere di cristallo.

I punti di vista e le opinioni espressi nell’articolo non necessariamente coincidono con quelli di Sputnik.

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