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Crisi ai supplementari: Conte-Ter appeso (ancora) al sì di Renzi

Come nel gioco dell’oca, alla fine dei voti di fiducia alla Camera e al Senato, delle dimissioni del Premier Conte e delle consultazioni, tutto torna nelle mani di Matteo Renzi che della crisi è stato l’artefice. 



“Il coraggio della politica è il coraggio delle scelte, di rivendicare un futuro che non è scontato,ma dipende da noi. È giunto il momento dei contenuti, non dei pregiudizi. È urgente discutere di idee e progetti“, dice il senatore di Rignano sull’Arno nel libro “La mossa del cavallo”. L’ennesima che sembra essergli riuscita nel tentativo di mischiare le carte. 



VETO, NON VETO –  Il “non veto” sul nome di Giuseppe Conte è stato, infatti, accompagnato dalla richiesta di un “non veto” a Iv da parte degli ex alleati: Pd, Leu e, soprattutto, M5S  che, alla fine, è stato costretto alla resa per non sacrificare il tentativo, in picchiata, di un Conte-Ter. 




Nella serata di ieri, al termine della tre giorni di consultazioni, il Presidente della Repubblica Mattarella ha dato mandato esplorativo al Presidente della Camera Fico chiamato cioè a verificare se esista davvero una base politica solida, nel perimetro della maggioranza uscente: PD,M5S, Leu e Italia Viva.  A parlare di “mandato esplorativo” era stato proprio Matteo Renzi durante le consultazioni al Colle. 




LA RESA CINQUESTELLE, RENZI ESULTA –
il dato politico di ieri è senza dubbio la non chiusura del Movimento Cinquestelle a IV. A farsi portavoce della linea – che sta creando all’interno più di qualche malumore, per usare un eufemismo – è toccato al reggente pentastellato Vito Crimi, subito dopo l’incontro al Colle. “Un gesto di debolezza”, esultano Renzi e i suoi che vedono già  il “capolavoro politico”. Dopo aver provato ad allargare la base del consenso attraverso l’operazione responsabili mai decollata, la mossa obbligata ha comunque messo nero su bianco  il fallimento di rendere ininfluente dal punto di vista numerico Renzi che ora ha (di nuovo) il pallino del gioco. 

La partita è apertissima e quanto mai incerta. Il Capo dello Stato non si accontenterà di un nome, ma chiede – entro il prossimo martedì – la cornice di un Governo organico, con una base programmatica concordata e, ovviamente, un Presidente del Consiglio: il Camale(C)onte riuscirà a resistere anche stavolta? 

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