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Corea del Nord, il discorso di Kim: "Dialogo con Seul, ma gli Usa sappiano che il pulsante nucleare è qui sul mio tavolo"

Il leader dà segnali di apertura e annuncia che una delegazione nazionale potrebbe partecipare ai prossimi Giochi invernali. Poi torna a minacciare gli Stati Uniti: “Nel 2017 abbiamo completato il nostro armamento e siamo pronti per ogni evenienza”

Il pulsante nucleare “è sempre sul mio tavolo”, i nostri missili possono raggiungere il territorio degli Stati Uniti, questa “è la realtà”, ma con Seul si può avviare un dialogo e la Corea del Nord potrebbe mandare una delegazione ai Giochi invernali del mese prossimo in Corea del Sud. È il succo del messaggio di fine anno di Kim Jong-un, un messaggio nel quale il leader nordcoreano ha confermato i toni di sfida e le minacce nei confronti degli Stati Uniti di Donald Trump, mentre si è mostrato più conciliante con Seul.
“Abbiamo raggiunto l’obiettivo di completare la nostra forza nucleare nel 2017 – ha scandito Kim nel discorso trasmesso in diretta tv – . Noi abbiamo bisogno di produrre testare nucleari e missili balistici ed accelerare il loro dispiegamento. Gli Stati Uniti devono sapere che il pulsante per le armi nucleari è sul mio tavolo. Questo non è un ricatto, ma la realtà”. Come realtà, ha proseguito il leader nordcoreano, è il fatto che il territorio degli Stati Uniti possa essere raggiunto dai missili lanciati dal ‘remo eremita’.
I discorsi che Kim tiene il 1 gennaio hanno di solito fornito indicazioni sulla direzione politica dell’anno che entra: un anno fa, il giovane dittatore aveva preannunciato che la Corea del Nord era nell’ “ultima fase” di lavoro per testare un missile balistico intercontinentale; e nel corso del 2017 ne ha lanciati tre. Oltre a questi test, nell’anno appena trascorso, la Corea del Nord ha anche fatto detonare il sesto e più potente ordigno nucleare finora testato e ha lanciato più di una dozzina di altri missili.
• LA PARTECIPAZIONE AI GIOCHI
È stata la prima volta che Kim annuncia la possibilità che gli atleti di Pyongyang partecipino ai Giochi olimpici invernali di Pyeongchang 2018 in Corea del Sud il mese prossimo: “I Giochi invernali che si terranno in Corea del Sud saranno una grande opportunità per il Paese. Speriamo sinceramente che siano un successo – ha detto -. Sono pronto a intraprendere diversi passi, compreso l’invio di una delegazione”.
La Corea del Sud ospita le Olimpiadi invernali 2018 a Pyeongchang dal 9 al 25 febbraio, mentre i Giochi Paralimpici iniziano il 9 marzo. Gli eventi principali della competizione si terranno a soli 80 chilometri dalla zona di confine tra le due Coree.  Le Olimpiadi, ha continuato il dittatore, saranno “una buona opportunità per testimoniare la grazia del popolo coreano al mondo”; e ha ricordato che “l’anno 2018 sarà un anno significativo tanto per il Nord come per il Sud, il Nord perchè celebra il 70esimo anniversario della sua nascita, il Sud perchè ospita le Olimpiadi Invernali”. Kim ha avvertito, tuttavia, che la situazione di perdurante tensione nella penisola potrebbe costituire una minaccia per l’evento: “Le forti tensioni militari tra Nord e Sud devono attenuarsi e deve prevalere un clima pacifico. Finchè siamo in una situazione instabile che non è nè di guerra nè di pace, il Nord e il Sud non possono garantire il successo delle Olimpiadi, sedersi a parlare o fare passi verso la riunificazione “.
La partecipazione (o la mancata partecipazione) di Pyongyang alle competizioni sportive organizzate nel Sud è sempre stata subordinata alla situazione politica e militare della penisola. La Corea del Nord aveva boicottato i Giochi estivi di Seoul del 1988; ma aveva inviato i suoi atleti ai Giochi asiatici del 2014 a Incheon, vicino a Seul.
Gli analisti considerano la disponibilità di Kim a prendere parte ai Giochi Olimpici di Pyeongchang un passo importante. Due atleti nordcoreani, i pattinatori Ryom Tae-Ok e Kim Ju-Sikes, si sono qualificati per Pyeongchang, ma il Comitato olimpico nordcoreano ha fatto passare la scadenza del 30 ottobre senza confermare la loro partecipazione. I due atleti potrebbero ancora competere se li invitasse il Comitato Olimpico Internazionale.
Nelle scorse settimane, il presidente sducoreano Moon Jae-In aveva espresso la speranza che le Olimpiadi potessero contribuire a far allentare la tensione; e aveva a tal proposito proposto di rinnovare una sorta di ‘tregua’ olimpica: rimandare le manovre militari tra gli eserciti di Seul

e Washington, le esercitazioni Key Resolve e Foal Eagle, che si svolgono di solito tra fine febbraio e inizio marzo. Manovre che tutti gli anni scatenano l’irritazione di Pyongyang che li considera una sorta di grandi manovre in vista di un’invasione del suo territorio.

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