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Comunali, test politico: il Pd teme per le roccaforti rosse. Lega e M5S cercano la conferma

Al voto dalle 7 fino alle 23 in 761 comuni. Il Partito democratico spera in una reazione del suo popolo per frenare l’emorragia. Ma sono a rischio città come Siena, Pisa e Imola. In Sicilia si vota in 5 capoluoghi di provincia: i grillini nell’isola vogliono fare il bis del 4 marzo

ROMA – Gli elettori chiamati oggi alle urne – 6 milioni e 700 mila – per rinnovare le amministrazioni di 761 comuni confermeranno la fiducia concessa a leghisti e grillini il 4 marzo? Oppure fermeranno l’avanzata della strana coalizione giallo verde che ha appena conquistato la vetta del potere italiano? La Lega proverà a confermarsi partito nazionale, strappando consensi a Forza Italia. Sarà importante capire i rapporti di forza nel centrodestra. Ma anche se il Pd resisterà nelle sue vecchie roccaforti.
Tante le domande che aleggiano sul turno elettorale di oggi – dalle 7 alle 23 – che riguarderà 20 città capoluogo. Una tornata condita ovviamente da tutti gli elementi locali che caratterizzano questo tipo di elezioni. Anche se ognuno si aspetta un segnale nazionale.
Maurizio Martina, per esempio, dice: “Ci aspettiamo passi in avanti nel radicamento del nostro progetto, che è alternativo rispetto a chi soffia solo sui problemi e non li vuole risolvere”.
Molto più cauto, ma speranzoso il presidente dem dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini: “Se uno guarda i voti delle politiche non ci sarebbe partita. Speriamo, invece, che un po’ di reazione nei territori ci possa essere”. Mentre Andrea Orlando, durissimo, dice: “In gran parte del Paese, il Pd non esiste più”. A movimentare la giornata della vigilia, anche la polemica su Luigi Di Maio che ha dichiarato: “I sindaci M5S avranno dalla loro parte il governo nazionale”.Il Pd guarderà soprattutto alle sue roccaforti: si vota infatti in comuni come Pisa e Siena, diventata il simbolo della “questione bancaria”. Nella città della Torre lo scontro è tripolare e la poltrona di sindaco se la giocano Pd, centrodestra e M5S. A Siena, invece, i grillini non hanno presentato un candidato. Come a Vicenza. In alcuni comuni, come Pomezia, i grillini dovranno invece fare i conti con “l’effetto Pizzarotti”: hanno cacciato il sindaco che avevano eletto e adesso se lo ritrovano contro alla testa di una lista civica. Non così a Ragusa, dove Federico Piccitto non si è ricandidato.
Ma il Pd, sulla base dei risultati di marzo, rischia ovunque. Nella rossa Imola e in molti comuni di Toscana e Umbria. Balla anche Ancona, l’unico capoluogo di regione dove si vota. Come  Catania, dove Enzo Bianco tenta una riconferma nella città che, a fasi alterne, lo vede alla guida dal 1988.
Si vota anche a Messina, dove sembra essersi spenta la stella del sindaco “anomalo” Renato Accorinti che però tenta il bis. Il Movimento Cinque Stelle non lo appoggia e presenta un suo candidato che se la vedrà con il Pd alleato con tutta la sinistra e un centrodestra diviso. Alle urne anche Trapani, dove si tenta di eleggere il sindaco dopo il tentativo andato a vuoto precedentemente per l’arresto di un candidato. Sarà, infine, interessante vedere il risultato di Claudio Scajola che si ripresenta nella sua Imperia. O se i grillini confermeranno il boom nel Meridione in città come Avellino  e Siracusa. Mentre sembra scontato l’esito del voto nella leghista Sondrio.

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