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Compie 40 anni la legge 121/1981 che ha riformato la pubblica sicurezza in Italia


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Il 1° aprile 2021 ricorrono 40 anni dalla data di approvazione della Legge n.121/1981, che ha determinato la trasformazione del Corpo delle guardie di Pubblica sicurezza nella Polizia di Stato, rendendola moderna, “smilitarizzata” e a ordinamento civile.

Per l’occasione, l’Ufficio Relazioni Esterne del Dipartimento della P.S. ha curato la pubblicazione di un libro dal titolo “La riforma dell’Amministrazione della pubblica sicurezza”, scritto dal Prefetto Carlo Mosca, uno dei principali ideatori della riforma, servitore esemplare delle Istituzioni dello Stato, al quale rivolgiamo un pensiero commosso per la sua scomparsa avvenuta lo scorso 30 marzo all’età di 75 anni. Il volume è arricchito dal contributo di autorevoli personalità le quali, in ciascuno dei 12 capitoli, illustrano i temi del libro che sono quelli già presentati con il calendario della Polizia di Stato 2021.

Tanti gli aspetti innovativi che la legge di riforma ha introdotto: dalla “smilitarizzazione” del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza al diritto di associarsi in sindacati, dall’avvento degli ispettori con mansioni investigative al coordinamento tecnico-operativo delle forze di polizia, dalla creazione dei ruoli tecnici alla parità di genere che ha consentito alle donne le medesime possibilità di carriera dei colleghi uomini.

La legge ha poi definito l’architettura dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza nel nostro paese, individuando nel Ministro dell’Interno l’Autorità nazionale di pubblica sicurezza, nel Prefetto l’Autorità provinciale che ha la responsabilità generale dell’ordine e della sicurezza pubblica, e nel Questore l’Autorità provinciale “tecnica” di pubblica sicurezza.

Un’altra parola chiave che ha caratterizzato la suindicata pubblicazione e la riforma è il servizio. Per i poliziotti il servizio è il dovere professionale “da adempiere con disciplina e onore”, è la presenza tra la gente per vigilare l’andamento sereno della vita di tutti i giorni.

In allegato si trasmettono:

–         messaggio del Presidente della Repubblica; – MATTARELLA – PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

–         introduzione del Prefetto Franco Gabrielli (al momento della stampa, Capo della polizia – direttore generale della pubblica sicurezza);                                    – GABRIELLI – SOTTOSEGRETARIO ALLA P.d

–         “introduzione – 40 anni di cambiamenti”, che fa una carrellata generale sui temi del libro, l’articolo sulle “donne” e quello sui “sindacati”.                                   – Introduzione 40 anni di cambiamentiDonne Sindacati

Di seguito i temi maggiormente rappresentativi del processo di cambiamento della Polizia di Stato negli ultimi 40 anni:

CAMBIAMENTO: nasce la Polizia di Stato, forza di polizia civile a ordinamento speciale, con nuovi simboli identitari che rappresentano i cardini del cambiamento. Una nuova uniforme con diversi colori, il monogramma R.I. (della Repubblica Italiana) al posto delle “stellette” sul bavero e più avanti, nel 2018, i nuovi distintivi di qualifica che concludono il processo di riforma.

SINDACATI DI POLIZIA: nel nuovo disegno della Polizia di Stato come forza di polizia civile a ordinamento speciale, vengono definite le norme di comportamento politico e riconosciuto il diritto di associarsi in sindacati di polizia per la tutela dei diritti del poliziotto-lavoratore.

DONNE: la legge di riforma scioglie il Corpo di polizia femminile e il personale, con tutte le sue competenze (reati in materia di buon costume, violenza sulle donne e sui minori), confluisce nella nuova Polizia di Stato insieme al personale del Corpo delle Guardie di P.S. e ai funzionari civili di P.S. Le nuove norme assicurano parità di attribuzioni, funzioni, trattamento economico e progressione in carriera al personale femminile e maschile.

IDENTITA’: la Legge 121 istituisce la Polizia di Stato, organismo civile a ordinamento speciale, che esercita le proprie funzioni al servizio dei cittadini e per l’esercizio delle libertà e dei diritti altrui. Cambia nei colori, nelle divise e nella livrea, diventando un organismo composito, capace di coordinare il complesso sistema cui è attribuita la responsabilità dell’ordine e della sicurezza pubblica. “Un’istituzione senza memoria, senza le proprie radici è destinata ad inaridirsi” e la legge di riforma sposa in pieno questo paradigma, rinnovando la tradizione per costruire il futuro.

ISPETTORI: viene istituito il nuovo ruolo degli Ispettori, figura di raccordo tra i “sottoufficiali” e i funzionari, con un profilo particolarmente qualificato (sia per titolo di studio, sia per tipologia di formazione) per lo svolgimento di funzioni precipue in materia di sicurezza pubblica e di polizia giudiziaria, con particolare riguardo alle attività investigative.

PROSSIMITA’: i compiti istituzionali attribuiti alla Polizia di Stato confermano la tradizione tracciata dalle norme in materia di ordine e sicurezza pubblica, ma viene profondamente innovato il sistema di riferimento: la Polizia di Stato esercita le proprie funzioni al servizio delle istituzioni democratiche e dei cittadini sollecitandone la collaborazione. Un obiettivo nuovo: creare un rapporto con le comunità per costruire insieme la sicurezza del Paese e diffondere la cultura della legalità.

AUTORITA’ DI PUBBLICA SICUREZZA: la legge di riforma definisce il sistema dell’ordine e della sicurezza pubblica indicando nel Ministro dell’Interno l’Autorità Nazionale di pubblica sicurezza. A livello provinciale, conferma l’autorità del Prefetto e del Questore, definendo i rispettivi, specifici ambiti di competenza: politico-amministrativo il primo e tecnico-operativo il secondo.

ORDINE E SOCCORSO PUBBLICO: il rilievo del soccorso pubblico nelle competenze delle forze di polizia viene rinnovato e la Polizia di Stato individua nella professionalità dei neo-istituiti Reparti Mobili la struttura operativa dedicata a questo delicato servizio.

FORMAZIONE: il sistema delle scuole di polizia viene ridisegnato in funzione di un nuovo concetto: la formazione. La formulazione dei programmi, i metodi di insegnamento e le tecniche operative vengono profondamente revisionati, con l’obiettivo di assicurare la massima professionalità del personale e la promozione del senso di responsabilità nel servizio alle istituzioni democratiche e ai cittadini.

RUOLI TECNICI: nasce la componente tecnico-scientifica della Polizia di Stato che va ad affiancarsi al ruolo del personale che svolge funzioni di polizia e a quello dei ruoli professionali (medici). L’innovazione risponde all’esigenza di assicurare una serie di attività attinenti ai servizi di polizia nel settore logistico, scientifico, telematico, psicologico, sanitario e della sicurezza cibernetica.

SERVIZIO: nel 1981 viene codificata la mission della Polizia di Stato: esercitare le funzioni al servizio delle istituzioni democratiche e dei cittadini. La tutela dell’esercizio delle libertà e dei diritti dei cittadini, la vigilanza sull’osservanza delle regole, la garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica, la prevenzione e repressione dei reati, il soccorso pubblico hanno come nuovo e unico faro dell’agire il servizio alle comunità del Paese.

COORDINAMENTO: il Ministro dell’Interno, in qualità Autorità Nazionale di P.S., è responsabile della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Ha l’alta direzione dei servizi di ordine e sicurezza pubblica e coordina, in materia, i compiti e le attività delle forze di polizia, avvalendosi dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, nell’ambito della quale è istituito il Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Al Dipartimento della Pubblica Sicurezza è preposto il Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica Sicurezza che provvede all’attuazione della politica dell’ordine e della sicurezza pubblica e coordina a livello tecnico-operativo le forze di polizia.

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