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Ciriè, getta il chihuahua dalla finestra per punire la moglie: indagata anche lei, cercava di scagionarlo

101141208-a162c633-b388-488c-ac7f-1618e5625e6aL’uccisione dell’animale, precipitato dal terzo piano, al culmine di un litigio Al culmine di un litigio aveva afferrato il cagnolino chiuahua della moglie e lo aveva scaraventato dal balcone, uccidendolo. Era successo a Ciriè, nel Torinese, e ora per quell’insolito quanto crudele episodio la magistratura ha iscritto nel registro degli indagati non solo l’esecutore del delitto ma anche la coniuge. Così marito e moglie, entrambi non ancora quarantenni, sono stati indagati dalla Procura di Ivrea. La bestiola aveva compiuto un volo di una decina di metri cadendo davanti ai tavolini di un bar del centro, in via Vittorio Emanuele: l’alloggio dei due, nel centro storico di Ciriè, è al terzo piano.
E’ successo il 26 marzo scorso: il chihuahua, portato subito dal veterinario, era morto poco dopo. L’uomo, un impiegato di 39 anni, era stato denunciato subito dai carabinieri di Ciriè con l’accusa di uccisione di animali; sua moglie è invece finita nei guai dopo la prima fase delle indagini perché – secondo gli inquirenti – avrebbe cercato di “coprire” il marito. Il procedimento è coordinato dal pm Chiara Molinari e secondo la ricostruzione degli investigatori l’impiegato (dipendente dello Stato così come la moglie) uccise l’animale solo per fare indirettamente del male alla consorte con la quale stava litigando la quale, nonostante questo, ha poi cercato di scagionarlo.
Una storia che a ridosso del fatto suscitò  molte polemiche in città, dove un gruppo di animalisti aveva organizzato anche una manifestazione sotto l’alloggio dove si era verificato l’episodio. Il caso è sbarcato sui social dove c’è stato anche chi ha commentato “Tutto questo solo per un cane”. Eppure il Codice penale è chiarissimo: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni».

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