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Chikungunya, primi casi in Marche e Lombardia

Primo caso di Chikungunya in Lombardia. “Al momento una 14enne di Curtatone, in provincia di Mantova, è ricoverata in ospedale a Brescia”. Così il sindaco della cittadina, Carlo Bottani, al telefono a LaPresse. La ragazzina, originaria dello Sri Lanka, avrebbe contratto il virus in vacanza nel suo Paese di origine. “Come da protocollo dell’Ats Valpadana abbiamo effettuato l’informativa e la disinfestazione così come tutto l’aspetto di prevenzione anti-larvarica. La zona in cui vive con la famiglia è circoscritta nel raggio di 200 metri. Per quanto ci riguarda, la situazione è in continuo monitoraggio”, ha aggiunto.

Primo caso nelle Marche. Diagnosticato un caso di Chikungunya a Castelpiano, in provincia di Ancona. Al servizio igiene e sanità pubblica dell’Asur Av 2 è giunta la notifica di un caso accertato di Chicungunya a seguito dell’esito positivo degli esami effettuati presso il centro di riferimento regionale di virologia dell’azienda ospedali riuniti di Torrette. Il paziente, di 65 anni, residente a Castelplanio – si legge nella nota – aveva soggiornato per tre settimane in una città del Lazio dove si sono registrati altri casi, sino ai primi giorni di settembre. Dopo pochi giorni dal rientro nella sua residenza è stato ricoverato presso l’Ospedale di Fabriano e quiè’ stata sospettata la diagnosi per i sintomi tipici: febbre molto alta, forti dolori muscolari ed articolari. Il paziente, guarito, è stato gia’ dimesso. Il caso è probabilmente correlato con la epidemia in corso nel Lazio e della quale si ha giè da qualche giorno notizia tramite i mezzi di comunicazione nazionali.

Nel frattempo in tutta Italia è stata avviata una raccolta straordinaria di sangue. Tutte le Regioni, anche quelle a loro volta in difficoltà nella raccolta, hanno dato la loro disponibilità a contribuire alla compensazione. “L’impatto di queste misure è molto pesante, basti pensare che la Asl Roma 2 ha una popolazione pari a una regione come il Friuli Venezia Giulia – sottolinea il Civis, coordinamento delle predette associazioni e federazioni – e le associazioni sono pronte a coordinarsi tra loro ed a modulare gli sforzi per far fronte agli sviluppi ed al protrarsi della situazione”.

“È importante che le raccolte straordinarie siano programmate, perché l’emergenza per il Lazio potrebbe durare diversi giorni, a seconda dell’andamento dei focolai – spiega il direttore del Cns Giancarlo Maria Liumbruno -. Al momento il fabbisogno aggiuntivo stimato è di 200-250 sacche al giorno. Già ieri diverse regioni si sono mobilitate, mettendo a disposizione, grazie anche al contributo fondamentale delle Associazioni, oltre 800 unità, una risposta eccezionale che testimonia che è subito scattata una vera gara di solidarietà”.

Al momento, ricorda il Centro, lo stop totale per il sangue riguarda solo i residenti nelle Asl Roma 2 e ad Anzio. Nel resto del comune di Roma e del Lazio i donatori possono donare normalmente, con una quarantena di cinque giorni solo se hanno soggiornato nelle zone colpite. Per il resto d’Italia, l’indicazione è invece di sospendere i donatori per 28 giorni solo se sono stati a Roma o ad Anzio. Nessuna restrizione invece è prevista per le donazioni di plasma.

 
 
 

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