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Catania, per bancarotta Tecnis : ci sono anche gli imprenditori Mimmo Costanzo e Concetto Bosco

Ci sono gli imprenditori Mimmo Costanzo Concetto Bosco – già coinvolti nel 2015 nell’inchiesta Dama Nera su appalti Anas – tra i quattro indagati per cui il giudice per le indagini preliminari di Catania ha disposto gli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta Arcot sulla bancarotta della Tecnis Spa e di alcune società controllate condotta dalla Guardia di finanza. La Tecnis è stata in amministrazione giudiziaria dal febbraio 2016 al marzo 2017 perché sequestrata nell’ambito di un’inchiesta antimafia della Dda etnea su indagini dei carabinieri del Ros. Il dissequestro fu motivato con là “venuta meno la pericolosità del bene” che, secondo i giudici, era “stato legalizzato” grazie al lavoro dell’amministrazione giudiziaria e della Procura di Catania.

Gli altri due indagati agli arresti domiciliari sono Orazio Bosco, fratello di Concetto, e Gaspare Di Paola, ritenuto un prestanome degli imprenditori. Concetto Bosco, 57 anni, è indagato nella qualità di amministratore di fatto del gruppo imprenditoriale Tecnis e amministratore unico di una consortile dello stesso gruppo, la TerniRieti Scarl, utilizzata, secondo l’accusa, per “drenare risorse finanziarie dalla Tecnis”. Mimmo Costanzo, 58 anni, per la Procura anche lui amministratore di fatto del gruppo Tecnis, sarebbe con Concetto Bosco “la mente organizzativa del progetto criminale realizzato attraverso la distrazione di flussi monetari convogliati verso società dagli stessi dirette“. Orazio Bosco, 56 anni, fratello di Concetto, è accusato di essere stato amministratore di società, come la Ing. Pavesi &C. Spa e Iniziative turistiche srl, che sarebbero state “tutte beneficiarie ingiustificate di flussi finanziari provenienti da Tecnis. Gaspare Di Paola, 69 anni, è indicato dagli inquirenti come “consapevolmente prestanome a disposizione di Bosco e Costanzo” e amministratore unico della TerniRieti scarl e dell’Ing. Pavesi &C.

Tecnis Spa, con sede legale a Tremestieri Etneo, è una delle realtà più significative nel panorama nazionale delle imprese di costruzioni generali, di ingegneria e general contracting, attiva nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali, in Italia e all’estero. All’avvio della procedura di amministrazione straordinaria, il Gruppo disponeva di un portafoglio commesse pari a 700 milioni di euro, aveva circa 600 dipendenti ed era gravato da un passivo accertato di quasi 180 milioni di euro, di cui 94 milioni per debiti erariali.

“Le criminose condotte predatorie poste in essere dal management della Tecnis” hanno “spogliato la società di quasi 100 milioni di euro nel corso di un quadriennio, dal 2011 al 2014, aggravandone il dissesto e rendendola insolvente” secondo la procura di Catania. “Lo schema fraudolento congegnato e perseguito dai soggetti arrestati”, secondo la Procura, si è caratterizzato per “la concessione da parte di Tecnis di consistenti e vorticosi finanziamenti infragruppo ‘non onerosi’ diretti alle consorziate“. Le imprese beneficiarie, a loro volta, “anche con movimentazioni bancari realizzate nella stessa giornata, hanno veicolato le liquidità in questione a favore di società estranee al gruppo di riferimento, ma sempre dirette, anche con la presenza di prestanome, da Concetto Bosco e Mimmo Costanzo”. Per la Procura “il profitto criminale originatosi dalla bancarotta fraudolenta veniva destinato, tra l’altro, alla realizzazione di strutture sportive e ricettive nel settore del turismo golfistico, la cui costruzione, in larga parte, veniva anche affidata alla stessa depredata”. Secondo l’accusa, “la compagine criminale, dunque, finanziata da mezzi tratti dalla società poi finita in amministrazione straordinaria, non remunerata per il malcelato finanziamento, realizzava distinti compendi societari senza dover ricorrere all’investimento di proprie risorse”.

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